Ravenna, 20 gennaio 2013 - SI È PARLATO di infiltrazioni dal tetto, di problemi strutturali e di generiche ragioni tecniche. Ma tutti gli appassionati di cinema, e non solo, in queste settimane si sono chiesti quale fosse realmente il motivo per cui il cinema Astoria ha chiuso. L’arcano è svelato: amianto. All’interno della struttura ci sono tracce di amianto. Lo conferma una perizia dell’Ausl. È presente, ma non c’è e non c’è stata alcuna dispersione. Nessun problema per chi ci lavora, né per chi ha frequentato la multisala. Sta di fatto però che l’edificio non può essere riaperto al pubblico senza prima realizzare gli interventi di bonifica. In questi casi si hanno a disposizione 60 giorni per redigere il progetto di risanamento e presentarlo ad Ausl e Arpa che devono concedere in via libera. Ma la scadenza dei 2 mesi decade se la struttura rimane non accessibile al pubblico. A questo punto rimane l’obbligo di rimettere a norma l’Astoria prima della riapertura, ma senza limiti di tempo. Il problema amianto riguarderebbe solo alcuni sottotetti e non direttamente le sale di visione o il salone di ingresso con il bar, dove i tecnici dell’azienda sanitaria avrebbero effettuato accurati controlli per verificare qualità dell’aria e eventuale presenza di fibre di amianto. Controlli che hanno dato risultati negativi.
 

L’ASTORIA aveva chiuso improvvisamente il 22 novembre del 2012. CinemaCity group, la società che lo gestisce e che ha anche la proprietà dell’omonimo multiplex di via Secondo Bini, lo aveva annunciato con una nota nella quale si parlava di ‘ragioni tecniche’. La sala di via Trieste aveva aperto dopo la pausa estiva solo pochi giorni prima, il 15 novembre, presentando il programma di rassegne e di proiezioni legate alla lirica e ai concerti rock. Da allora non se n’era saputo più nulla. Ipotesi, discussioni e polemiche non sono mancate tra i cinefili in città. C’è chi ha interpretato tutta la vicenda come un pretesto usato dal gruppo di CinemaCity, per liberarsi dell’Astoria, preso in gestione dall’Acmar nel 2010, visto il calo generalizzato di presenze e incassi nelle sale. Ma è anche vero, osservano altri, che non avrebbe avuto senso aprire la multisala, presentare il programma delle rassegne, chiudere gli accordi con le case di distribuzione e avviare la prevendita avendo l’intenzione di chiudere dopo una settimana.
 

IL 30 NOVEMBRE, sulla scia delle polemiche, il gruppo di via Secondo Bini, in una nota, spiegava che la «temporanea chiusura è stata resa necessaria per far verificare se sussistano o meno potenziali motivi ostativi al completo utilizzo della struttura senza il minimo disagio per il pubblico, secondo criteri di prudenza e cautela assolutamente rigorosi e che ci auguriamo risultino esagerati. Al momento, nonostante nostra richiesta non ci risulta che la proprietà abbia intrapreso iniziative presso le autorità competenti». E concludeva assicurando che «la temporanea chiusura» non avrebbe dovuto «ingenerare disaffezione, tanto meno dubbi» sul fatto che la Sani 2000 srl, proprietaria del marchio CinemaCity group, «ha come priorità irrinunciabile la riapertura dell’Astoria». Da allora non ci sono state ulteriori comunicazioni.
 

Annamaria Corrado