A caccia di tracce nell’auto di Barbieri Nella sua casa sequestrati 2200 euro

Trovati nel corso dei controlli nell’abitazione reggiana dell’uomo ritenuto l’esecutore materiale . Si indaga per capirne la provenienza ed eventuali legami con l’omicidio della 46enne faentina

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di Sara Servadei

Nel cerchio che si è stretto in questi giorni attorno al 54enne Claudio Nanni e al 53enne Pierluigi Barbieri, accusati di essere rispettivamente mandante ed esecutore materiale dell’omicidio della 46enne Ilenia Fabbri, ci sono anche un’auto e del denaro sequestrato. L’auto è la Toyota Yaris spesso utilizzata da Barbieri, intestata alla moglie. Ora è finita sotto la lente degli investigatori: ieri sono stati fatti degli accertamenti, anche con l’ausilio di reagenti chimici come il luminol. È infatti proprio una Yaris compatibile con la sua, e che peraltro produce un ‘cinguettio meccanico’ molto simile, quella individuata da Squadra mobile di Ravenna, Scientifica e Sco romano nelle registrazioni di una telecamera la mattina dell’omicidio in via Testi, vicino alla casa del delitto. E c’è stato anche un sequestro di denaro: nel corso dei controlli nell’abitazione di Barbieri, nel Reggiano, sono stati trovati e sequestrati 2200 euro in contanti. Si indaga per capirne la provenienza ed eventuali legami con il delitto di Ilenia. Nel frattempo Pierluigi Barbieri e Claudio Nanni sono in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti allo stesso gip Corrado Schiaretti, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta dei pm Daniele Barberini e Angela Scorza. E ora al quadro dell’accusa si aggiunge un altro elemento: Ilenia aveva l’abitudine di chiudere ogni sera i ganci di sicurezza della porta d’ingresso, oltre a chiudere la porta interna tagliafuoco. Anche in possesso delle chiavi del garage, quindi, il killer per entrare avrebbe avuto bisogno che qualcuno togliesse i ganci della porta, che potevano essere rimossi solo dall’interno: la mattina del delitto la figlia Arianna, uscendo per andare a Lecco a ritirare un’auto col padre, ha aperto i ganci e ha chiuso la porta a chiave senza la possibilità di reinserire i ganci. Per gli investigatori la presenza della figlia quella mattina serviva al killer per rimuovere i chiavistelli prima di uscire dalla porta del seminterrato: e, quindi, per qui inquirenti la scelta del 6 febbraio non era casuale, ma rientrava nel piano studiato da Nanni e Barbieri. "Ilenia si chiudeva sempre a chiave dentro casa, anche di giorno – racconta un’amica della 46enne – e lo faceva perché aveva paura dell’ex marito. A posteriori ho pensato a tante cose. Ad esempio l’estate scorsa un giorno era tornata a casa e aveva trovato la casa sottosopra: lei aveva concluso che fosse stato un ladro a entrare, anche se era strano perché aveva preso su della bigiotteria. Inoltre c’erano dei segni nelle persiane esterne, ma non nei vetri interni della stessa finestra. Io le avevo suggerito di cambiare le serrature". La città nel frattempo è sotto shock, e anche diversi amici di Claudio Nanni che lo avevano difeso in quest’ultimo mese hanno cambiato idea. "Dopo l’arresto ci siamo rimasti male – dice uno di loro –. Prima sembrava che il giudizio fosse dei media, e così lo abbiamo difeso. Non ci saremmo mai aspettati che fosse in grado di fare male a qualcuno. Poi abbiamo visto che è stato arrestato, e le prove sembrano solide. Barbieri? Nel nostro gruppo nessuno lo ha mai visto né conosciuto".

Nanni e Barbieri invece sembrano uniti su Facebook. In questi giorni tante persone sono andate sui profili social di entrambi, e hanno trovato commenti che si sono scambiati. L’8 febbraio, ovvero due giorni dopo l’omicidio, Barbieri commenta un ricordo di due anni prima ripostato da Nanni il 5 febbraio scorso, la foto di una moto: una passione che i due condividono. Il 28 gennaio Barbieri era stato l’unico a commentare un altro post di Nanni, in cui si ironizzava sulla crisi di governo, così anche 19 gennaio. L’amicizia tra i due, insomma, era alla luce del sole.