
A Ferrara l’addio a Cesare Moisè Finzi. Il rabbino Caro: "È stato un grande uomo"
Nel ricordo degli insegnamenti e dei racconti di Cesare Moisè Finzi, ferraresi e faentini si sono stretti ieri alla sua famiglia al cimitero ebraico di Ferrara per dargli l’ultimo saluto. Dopo la preghiera, come da tradizione ebraica, molte persone a lui vicine hanno ricordato Finzi, a partire dal rabbino Luciano Caro: "La perdita di Cesare Finzi è per tutta la comunità motivo di grande turbamento.È stato un grande medico, un grande ebreo e un grande uomo, ci sono decine e centinaia di persone che hanno potuto fruire delle sue capacità professionali, mai esibite, e sempre accompagnate da un sentimento di amicizia nei confronti dei pazienti, considerati la cosa più importante. Gli ultimi 50 anni li ha dedicati a testimoniare un periodo drammatico per il popolo ebraico, soprattutto nelle scuole".
"Era un grande testimone – sottolinea Fortunato Arbib, presidente della comunità ebraica –, ci ritrovavamo nei suoi racconti, nonostante le situazioni diverse, e quel sentimento che faceva scaturire in noi non lo dimenticherò mai". A lui si è unito Niccolò Bosi, presidente del Consiglio comunale di Faenza: "In questi anni ho avuto l’onore di collaborare con lui, era una di quelle persone che quando la incontravi ti lasciava qualcosa di profondo. Anche durante la pandemia, la necessità di fare memoria non lo ha fermato e si è buttato a capofitto in incontri virtuali. Oggi siamo più soli, ma continueremo con la stessa energia a fare memoria come ci ha insegnato. Grazie professore".
Il ricordo dei figli, Davide e Sara, è quello di un padre "amorevole e generoso, che ci ha sempre supportato in ogni scelta, e che non ha mai fatto mancare la sua benedizione".