Tra le figure più significative della bimillenaria storia conselicese c’è sicuramente Eleuterio Felice Foresti, protagonista dell’epopea risorgimentale. Nato il 1789 a Conselice, dopo la laurea in giurisprudenza entrò a far parte della Carboneria, diventandone uno dei principali esponenti. Arrestato per una delazione nel 1819, fu condannato a 20 anni da scontare nella fortezza boema di Spielberg e finì in esilio negli Stati Uniti nel 1836. Dopo aver ottenuto la cattedra all’Università di New York, Foresti continuò l’impegno a favore della causa italiana, dando vita a fondazioni e mantenendo rapporti epistolari con esuli, ma anche con Garibaldi e Mazzini. Nominato dagli Stati Uniti console di Genova, morì nella città ligure nel 1858. Sulla sua vita lo studioso conselicese Rizieri Fuzzi ha scritto il libro “Eleuterio Felice Foresti: l’uomo, il patriota” che domani, sabato, sarà presentato alle 16 al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina di Roma.
r.r.