"Abbiamo aperto, non siamo untori"

Il QCorner di Faenza ha aderito alla protesta: "Scelta simbolica, evitati assembramenti"

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Una protesta "gentile" ma ferma quella messa in atto ieri da QCorner, che anche nel suo locale faentino, come in quelli di Forlì e Cesena, ha deciso di aderire alla campagna #ioaproil1501, facendo servizio al tavolo in aperta violazione delle disposizioni dettate dalla zona arancione in vigore da ieri.

Erano già una decina i clienti che nelle prime ore della mattinata avevano deciso di consumare ai tavoli, consapevoli del rischio di sanzioni – ben specificato loro dai dipendenti – cui stavano andando incontro. "Il nostro è stato uno strappo alle regole ma non al più basilare buonsenso. Abbiamo deciso di non consentire il servizio al bancone, proprio per evitare assembramenti, e di accettare prenotazioni solo da clienti al corrente di quanto stavamo facendo", specifica il personale del gruppo QCorner. "Da mesi ci relazioniamo con clienti consapevoli delle necessità di distanziamento imposte dalla pandemia: non ci sentiamo degli untori. I nostri locali non sono meno sicuri dei supermercati". Il locale, circondato da vetrine, è affacciato su via Severoli a pochi passi da piazza del Popolo: un punto in cui la violazione difficilmente sarebbe passata inosservata. Nel corso della mattinata nel locale sono passate le forze dell’ordine che hanno preso nota della decisione di optare per l’apertura e di come questa è stata implementata. "Nei prossimi giorni ci aspettiamo una sanzione, forse anche l’obbligo di chiusura per alcuni giorni", ammette il personale. "Sapevamo di rischiare, non ci lamentiamo". QCorner e i suoi dipendenti sono stati fra i pochissimi in Romagna ad aderire all’iniziativa: "Avevamo detto che l’avremmo fatto e non ci siamo tirati indietro, a differenza della maggior parte di coloro che inizialmente avevano aderito. Rinunciare a quel modo avrebbe significato arrendersi ancora di più al coronavirus: così vince lui. Vince troppo lui".

Filippo Donati