I ricordi travolti dalle alluvioni salvati da una famiglia di fotografi faentini. Malgrado le immagini digitali abbiano soppiantato quelle analogiche, le foto stampate su supporto cartaceo continuano a mantenere inalterato il loro fascino. Ricordi che le alluvioni di maggio hanno in gran parte spazzato via: impossibile stimare quante foto siano andate perdute, travolte da acqua e fango. Per evitare che anche quella parte di memoria andasse persa, a Faenza una famiglia che da sempre lavora nella fotografia ha deciso di dare il proprio contributo professionale salvando gratuitamente, dove possibile, quei ricordi. Si tratta di Laura Argnani e Marco Bondi e di loro figlio Francesco, giovane e talentuoso fotografo che dopo aver iniziato a muovere i primi passi nel negozio di famiglia ha affinato la sua preparazione all’Accademia fotografica del Teatro della Scala di Milano. "L’idea di salvare le foto degli alluvionati – spiega Laura Argnani – è venuta a Francesco mentre dava una mano ad alcuni amici e conoscenti per liberare cantine e garage dal fango. Durante quelle giornate ha iniziato a prendere consapevolezza delle decine di album fotografici di famiglia c’erano tra gli oggetti riversati sulle strade". Ricordi che finivano al macero. "Francesco – continua Laura – per salvare quegli album ha iniziato a nasconderli nei mobili ancora buoni delle case nelle quali aiutava, così che non andassero persi".
Dalla consapevolezza di voler salvare a tutti i costi i ricordi, il negozio di fotografia di Bondi è così diventato centro del recupero delle foto alluvionate, dove è stato messo a disposizione un servizio, gratuito, per salvare le foto. "Noi, che da una vita lavoriamo con la fotografia, sappiamo bene quanto fosse importante salvare quel patrimonio. Così, unendo le conoscenze di Francesco in tema di recupero e restauro, abbiamo deciso che anche noi, nel nostro piccolo, volevamo dare una mano a chi è stato colpito dall’alluvione".
Il segnale del lavoro che va avanti è rappresentato da uno stendipanni davanti alla vetrina del negozio dove le foto, dopo aver passato almeno cinque lavaggi ed essere state staccate tra loro, vengono stese. Ben presto il negozio è diventato meta di tantissimi che, attraverso il passaparola, avevano saputo che era possibile salvare i ricordi fotografici. "Abbiamo perso il conto di quante foto ci sono state portate, ma credo si siano superate le 40mila immagini trattate. Dal 20 maggio moltissime persone, famiglie intere non solo da Faenza ma anche da Forlì, Santarcangelo, Lugo e dall’Unione, ci hanno portato i loro album". Nel trattamento gratuito è compresa anche la digitalizzazione dell’immagine. "Se il cliente chiede poi che le foto salvate vengano risistemate in un nuovo album, quello è l’unico servizio a pagamento – dice ancora Laura –. Tra i momenti che non dimenticherò mai c’è la famiglia arrivata davanti al negozio su una vecchia Opel; all’interno del baule c’erano sacchi condominiali dell’immondizia con decine di album fotografici. Ci hanno chiesto di recuperare il più possibile, perché quella era l’unica cosa rimasta del loro appartamento. Un’altra signora in lacrime ci ha portato diversi album nei quali c’erano le uniche foto dei due figli, uno dei quali scomparso". Laura, mentre racconta, continua a riversare foto in una soluzione per il lavaggio. Delicatamente si impegna a staccare i supporti incollati tra loro: un lavoro certosino che spesso le viene ripagato con grandi abbracci. "In questi mesi – conclude – tra le nostre mani ci è passata la vita di tante persone". Al termine di questo immane lavoro ora la famiglia Bondi sta pensando a una mostra fotografica dove poter esporre, dietro consenso dei proprietari, alcune immagini recuperate, creando una galleria di ricordi recuperati.