"Abusata sul bus", lui subito a processo

Indagine chiusa con giudizio immediato per il 25enne denunciato da una studentessa. Lui ha sempre negato di avere mai imposto nulla

Lei, parlando per circa un paio d’ore in un contesto protetto davanti al gip Janos Barlotti, pur esprimendo diverse incertezze aveva in buona sostanza confermato di essere stata abusata sull’autobus al ritorno da scuola da quel ragazzo di origine straniera. Una ricostruzione ritenuta aderente ai fatti dalla procura che ha chiuso l’indagine con un giudizio immediato. Ovvero subito a processo senza passare dall’udienza preliminare.

L’imputato da parte sua - un 25enne di origine nordafricana difeso dall’avvocato Francesco Papiani - è però pronto a sostenere le proprie ragioni nel dibattimento che si aprirà a metà aprile davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna: senza cioè fare ricorso a un rito abbreviato che, in caso di condanna, gli garantirebbe lo sconto di un terzo della pena.

Il 25enne, su richiesta del pm Francesca Buganè Pedretti, era stato arrestato il 14 ottobre scorso (è ancora ai domiciliari) con l’accusa di avere abusato nella tarda mattinata del 27 settembre precedente di quella studentessa manfreda sull’autobus di linea che la stava riportando a casa dopo le lezioni in un istituto del Faentino. Il giovane a suo tempo durante l’interrogatorio di garanzia, aveva respinto ogni accusa smentendo di avere mai abusato di quella studentessa e parlando al massimo di qualche bacio. Aveva anzi precisato che lei era tranquilla, come a suo dire si noterebbe dalla foto e dal video da lui realizzati nell’occasione grazie al suo smartphone.

Aveva poi aggiunto che la loro conoscenza era maturata nel corso di almeno altri quattro incontri. Secondo le indagini della locale Compagnia dei carabinieri, il 25enne avrebbe invece costretto la ragazza a subire gli atti sessuali al centro del caso. In particolare le si sarebbe prima avvicinato rivolgendole apprezzamenti del tipo "sei bella, sei una bella donna" per poi subito dopo sedersi nel posto accanto a lei bloccandole così la via d’uscita verso il corridoio. Quindi, dopo i primi approcci, avrebbe approfittato della studentessa. Da ultimo, una volta giunti al capolinea, l’avrebbe invano invitata a seguirlo in un luogo più appartato: lei invece si era infilata nel primo bar per raccontare alla barista della violenza patita.

Quindi il 2 ottobre, assieme alla madre, era andata a fare denuncia in caserma. A verbale, la giovane aveva spiegato che quel ragazzo, "probabilmente nordafricano perché aveva la carnagione leggermente scura", le aveva fatto l’occhiolino e poi aveva cominciato a parlarle. Dopo di che "iniziava ad avvicinarsi", fino ad approfittare di lei. La lamentata violenza "era durata un quarto d’ora circa". In quel momento sulla corriera "di persone ce n’erano poche". E se lei non aveva "detto niente", era stato perché "ero totalmente impaurita da non riuscire a reagire ed ero fortemente scossa".

A maggior ragione se si pensa che lei quel ragazzo non l’aveva "mai visto prima". Tra gli altri, gli inquirenti avevano sentito la barista che aveva ricevuto la confidenza dalla giovane "con tono agitato". Una versione opposta ed inconciliabile rispetto a quella sin qui fornita dal 25enne: toccherà dunque ai giudici dare la giusta lettura al caso.

a.col.