Abusi su figlia della compagna, confermata la condanna

L’uomo aveva approfittato dell’assenza della madre della ragazzina con cui viveva in Bassa Romagna. Ieri la sentenza d’Appello: due anni

Abusi su figlia della compagna,  confermata la condanna

Abusi su figlia della compagna, confermata la condanna

Prima aveva chiesto alla figlia della compagna di “fare due chiacchiere” nel soggiorno della casa in cui vivevano in Bassa Romagna e poi era passato a un progressivo avvicinamento della ragazzina, all’epoca dei fatti sedicenne, fino a quattro episodi che hanno portato un ultracinquantenne, difeso dall’avvocato Fabrizio Capucci, a processo per violenza sessuale. Per l’uomo ieri la Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna a due anni, pronunciata in primo grado dal tribunale collegiale di Ravenna, presieduto dal giudice Antonella Guidomei con a latere i colleghi Andrea Chibelli e Natalia Finzi, il 15 novembre 2019.

La conoscenza tra la ragazzina, assistita e costituitasi parte civile al processo con l’avvocato Celestino Salami, e il compagno della madre era iniziata quando lei aveva appena 11 anni e l’uomo si era trasferito nell’abitazione della Bassa Romagna dove vivevano mamma e figlia. I rapporti tra l’ultracinquantenne e la sedicenne erano stati inizialmente distaccati fino a quando, approfittando dell’assenza della madre in orari notturni, l’uomo non aveva iniziato a scrivere sms alla ragazzina invitandola a raggiungerlo in soggiorno a “fare due chiacchiere”. Dopo avere inizialmente ignorato le richieste la sedicenne una sera di settembre del 2015 si era seduto sul divano del soggiorno dove si trovava il compagno della madre. A quel punto, l’uomo le avrebbe afferrato le gambe poggiandole sulle proprie ginocchia e avrebbe iniziato a massaggiarle, partendo dal fondo e salendo sempre più su rivolgendole anche complimenti sul suo aspetto fisico. In un’altra occasione l’ultracinquantenne si sarebbe spinto oltre, raggiungendo la ragazzina in camera sua e palpandole il seno.

Una vera e propria escalation fino a un altro episodio quando l’imputato avrebbe invitato la ragazzina nella camera da letto che condivideva con la madre, invitandola a sedersi sulle sue ginocchia e obbligandola a vedere immagini pornografiche cingendola con le mani in modo da non farla allontanare, dicendole frasi il cui senso era che “non era fatto di legno”. Ma l’episodio più grave risale al dicembre 2015 quando l’uomo, mentre la sedicenne si trovava sola sul letto in camera della madre a guardare la tv, sarebbe entrato affermando “Ti faccio vedere quello che piace un po’ ai maschi” e, stendendosi accanto a lei, l’avrebbe palpeggiata fino a una violenza sessuale. La ragazzina non aveva raccontato nulla finché non aveva ricevuto un messaggio di apprezzamento dal compagno della madre, che aveva fatto leggere al fidanzatino il quale era intervenuto e aveva chiamato i carabinieri. Da qui era scattata la denuncia e il successivo processo il cui appello si è concluso ieri con la conferma della condanna dell’ultracinqantenne a due anni per violenza sessuale.

Milena Montefiori