Addio a Piancastelli, girò il mondo in barca

Aveva 56 anni. Nel 2009 partì dopo esser guarito dalla leucemia e viaggiò in solitaria per sette anni. La sua storia ispirò un libro

Migration

Era ripartito dopo la malattia con un lunghissimo viaggio intorno al mondo in barca a vela da solo, durato ben sette anni. Ma ieri lo skipper Michele Piancastelli si è spento, a soli 56 anni. Lascia la compagna Simonetta, il figlio, la sorella. E lo ricordano con grande affetto gli amici dell’Associazione italiana contro le leucemie (Ail) di cui era stato volontario che lo definiscono "esempio di resilienza dopo una grave malattia, con il suo giro del mondo in barca a vela in solitaria". Un viaggio davvero incredibile, lungo ben 40mila miglia marine, dal quale tornò a casa solo due volte. Un sogno a lungo accarezzato e pianificato, deciso dopo essere guarito dalla leucemia grazie a un trapianto di midollo osseo. Lavorava all’Anic quando, da un giorno all’altro, si trovò a fare i conti con la leucemia. Dopo la guarigione e l’ok definitivo dei medici, partì il primo luglio 2009 da Marina di Ravenna sulla sua barca di 11 metri, Altrove. Percorse le coste della Spagna, Gibilterra, poi le Canarie e Capo Verde. A seguire una traversata atlantica di 18 giorni fino ad Antigua, per arrivare alle tre isole olandesi Aruba-Bonaire-Curacao. E ancora il canale di Panama, il passaggio nel Pacifico, le Galapagos, e poi il tratto di mare più lungo: 24 giorni per arrivare alle isole Marchesi. Si spinse fino alla Nuova Zelanda, all’Australia, all’Indonesia e Malesia e toccò poi Thailandia e Sri Lanka. Dopo aver raggiunto l Sudafrica risalì, infine, l’Atlantico per fare ritorno nel Mediterraneo.

"Per un viaggio simile serve grande forza mentale, ma se ascolti il richiamo del mare, non puoi fare a meno di andare" raccontò intervistato dal Carlino. Un viaggio dove non mancarono i momenti di tensione, in particolare per il maltempo, quando rischiò di ribaltarsi.

Questa incredibile esperienza ispirò il libro ‘Altrove. Dalle leucemia al giro del mondo in barca a vela’ scritto da Paola Turroni. "Ho cominciato a scrivere il diario di bordo della malattia – scrive Piancastelli –. Fu da subito come affrontare un viaggio, avevo una meta che rendeva possibile il percorso. Avevo letto come affrontavano l’alto mare i grandi navigatori, non ero folle, avevo una strategia e ha funzionato. Ero solo, dovevo stare attento a tutto, rischiavo la vita. In sette mesi ho imparato quello che mi sarebbe servito in sette anni a fare il giro del mondo".

Gli amici del Ravenna Yacht Club lo ricordano con un post sul loro sito, quando in una serata del marzo 2018 venne intervistato dal navigatore Galileo Ferraresi e fu in grado di conquistare tutti i presenti con il suo trasporto e la sua empatia. "Avremmo voluto – scrivono – poter leggere un altro diario di bordo ma la malattia, questa volta, non glielo ha concesso. Ci mancherai molto, ciao Michele, chissà che non ci si riveda altrove…".