di Vincenzo Casadio
Desidero anch’io unirmi all’unanime cordoglio per la scomparsa di Decimo Triossi, partigiano fin da 14 anni per il ripristino della libertà e della democrazia, poi, entrato in politica, è stato, in successione, consigliere comunale e provinciale, presidente della Provincia di Ravenna, assessore in vari settori comunale e regionale. Ultimamente si era dedicato all’Istituto Storico della Resistenza.
Con Decimo ci siamo conosciuti fin dai banchi di scuola dove abbiamo avuto sempre rapporti amichevoli (lui mi chiamava "l’homo della classe") ed anche dopo esserci diplomati geometri ci siamo tenuti in stretto contatto. Io, che avevo già iniziato ad organizzare durante la frequentazione scolastica, con i suggerimenti del nostro professore di italiano (e poeta) Michele Vinceri, feste al ieatro Alighieri per tutti gli studenti dell’istituto tecnico per geometri e ragionieri ‘Ginanni’, d’accordo con Decimo, finiti gli studi, ho programmato ogni anno un incontro conviviale con i compagni di scuola e, successivamente, con l’avanzare dell’età anche con le rispettive consorti, in piena allegria ricordando gli anni di studio, i professori e qualche ’bagattella’.
La serietà e l’intelligenza di Decimo dimostrata negli anni scolastici sono state comprovate nell’esercizio della sua attività politica nell’interesse del bene comune al difuori dell’appartenenza partitica e questo gli fa onore di ’optimum’ uomo di governo. Ho voluto fargli visita alla camera ardente in Provincia, accompagnato molto cortesemente dal sindaco e presidente della Provincia, Michele De Pascale, che ringrazio, per un estremo saluto al caro amico e per esprimere personalmente le più sentite condoglianze alla moglie Lubiana, che già aveva sofferto moltissimo per la perdita prematura del figlio Omero, stimatissimo medico, direttore di Gastroenterologia dei tre ospedali della Provincia, ed ora per la scomparsa del "suo Decimo", come lei mi ha detto, fra le lacrime di entrambi. Ciao Decimo, resterai nei miei pensieri per la vita che mi resterà.