Addio Ponte Bailey, dubbi sui nuovi lavori

Apprendo dal Carlino di domenica che per il manufatto, credo proposto al Comune dall’ennesima società di ingegneria romana venuta a miracol mostrare, serviranno sette milioni. Per un ponte di 145 metri su quattro campate che, oggi, impattano pochissimo sul regime idraulico del fiume. Ben oltre quaranta volte quello che abbiamo speso nel 1990. Dico abbiamo, perché quel ponte fu ideato dal comune, dalla società SILM srl (quella del futuro ponte mobile), progettato dal sottoscritto e poi montato con l’aiuto del Genio Ferrovieri di Castelmaggiore.

Sono stati recuperati ed attentamente esaminati elementi usati come pannelli e traverse e comprati nuovi a Londra elementi chiave come tiranti a crociera, longarine e terminali. Chiamarlo quindi "vecchio residuo di guerra" sembra un tantino fuori luogo. Anche e soprattutto perché doveva rimanere per due o tre anni ed essere sostituito da un nuovo ponte, per cui erano già state realizzate idonee pile e spalle larghe dieci metri, ben visibili da chi si rechi sul posto e chiaramente sovradimensionate per un ponte inglese. Se poi qualcuno pensa di attraversare il fiume con un impalcato autostradale prevalentemente costituito da due piste ciclabili che occupano sette metri, gli appoggi esistenti non bastano. Oltre che per la storia bisognerebbe avere rispetto anche dei soldi pubblici.

Ezio Fedele Brini

ingegnere