Addio Raoul, Ravenna piange il re del liscio

Un antico legame univa Casadei alla città. Malpassi: "Al Festival dell’Unità gli veniva sempre riservata l’ultima serata, quella delle star"

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di Lorenzo Tazzari

Con Raoul Casadei e il liscio che attirava più pubblico del rock e del pop, nascono a Ravenna e nel forese numerose scuole che insegnano a ballare il valzer e la mazurka e a far volteggiare nell’aria la frusta degli ‘sciucaren’. Bruno Malpassi è ancora oggi in prima linea nella difesa di queste tradizioni romagnole con il suo “Gruppo folk italiano alla Casadei”. Ha 80 anni e ne ha trascorsi una trentina con Secondo e poi con Raoul Casadei.

La sua scuola non poteva che chiamarsi ‘alla Casadei’, no?

"Ho cominciato nella stagione 1954-1955. Di mestiere ho sempre fatto il metalmeccanico, ma il ballo è sempre stato una passione fortissima. Così, per le serate estive cominciammo con Secondo Casadei. Io facevo coppia con mia moglie Anna Patuelli, poi c’era inizialmente Augusto Fabbri, un amico di Secondo, con un’altra ballerina. Quando subertrò Raoul, nel 1971, noi continuammo a essere il corpo di ballo dell’orchestra Casadei".

Iniziarono gli anni dei festival televisivi, della tv, si aprì un nuovo mondo in nome del liscio?

"Io ricordo il Giro d’Italia del 1976, quello vinto da Felice Gimondi. Ci ingaggiarono con la Nave del Sole, quel mezzo ricavato montando lo scafo di un’imbarcazione su un camion senza cassone da dove suonava l’orchestra Casadei. Raoul aveva un rapporto bellissimo con la gente. Quando i corridori erano in vista del traguardo noi partivamo dall’ultimo chilometro: loro suonavano e noi li precedavamo ballando. Applaudivano tutti e ballavano dietro le transenne. Alla sera si aggiungevano grandi cantanti e personaggi dello spettacolo come Pippo Baudo, Loredana Bertè, Mia Martini, Marcella, Gino Bramieri e c’erano sempre migliaia di fan".

Il rapporto di Raoul con Ravenna come nasce?

"L’Orchestra Casadei era di casa, già con Secondo e poi con Raoul, per via del Festival dell’Unità, che allora si teneva alla darsena. A Raoul veniva riservata l’ultima serata, quella della star. Ricordo che alle 18 c’era già la fila delle donne arrivate per prendere i primi posti".

Anche per lei ‘Romagna mia’ sarà la canzone del cuore…

"È il passaporto ufficiale di noi romagnoli. Mi sono trovato all’estero diverse volte, per alcune manifestazioni folcloristiche. In chiusura, quando si trattava di suonare tutti assieme, si intonava sempre ‘Romagna mia’, l’unica canzone che sapevano cantare in italiano anche tedeschi, francesi, russi. E tutti conoscevano l’Orchestra Casadei".

Il Raoul Casadei ‘privato’, com’era?

"Era un uomo orgoglioso della sua orchestra e di essere riuscito a portarla così in alto. Ci sono stati alcuni anni in cui era più famoso di Celentano e Morandi. Ha cercato di introdurre novità, come nel 1976 quando aprì la Ca’ del Liscio. E’ andata bene per alcuni anni, poi ha subìto la crisi delle grandi discoteche. Infine, è arrivata la pensione anche per lui, è subentrato il figlio Mirko, con nuovi stili musicali".

E lei Malpassi, cosa fa ora?

"Continuo a insegnare il liscio e quest’anno sono anche tornato all’Ariston, a Sanremo, con Moreno il Biondo e gli Extraliscio".