Ho lasciato il Pri per aderire ad Azione, partito di Carlo Calenda. Ho fondato il Gruppo misto in Consiglio comunale e non mi dimetterò, né verrò meno ai miei doveri di rapresentante dei cittadini. Il ‘vociferare’ sul mio passaggio in Azione è in realtà frutto di riunioni nella sede del Pri che la sottoscritta, l’allora segretario e altri esponenti di partito hanno fatto con i rappresentanti locali di Più Europa e Azione in primavera per ipotizzare un’alleanza laica per le Amministrative. Allora ho espresso parere positivo verso questa forte sinergia del Pri con Azione e Più Europa, con la quale peraltro il Pri aveva corso alle Europee e Regionali. La maggioranza del partito stoppò l’ipotesi, perché ciò avrebbe comportato un veto verso il M5S e un pericolo per quegli assetti che il Pri ama preconfezionare. Dunque non si tratta di un ‘vociferare’ ma di una posizione politica, che alla sottoscritta e all’ex segretario è costata l’inizio di una lunga fase di emarginazione dal partito. Nell’intervento sul Carlino del 2 agosto la signora Raccagni, oggi segretaria locale, può avere giustamente scambiato informazioni verificabili con i ‘vociferii’ di cui parla, dal momento che, almeno fino a un anno fa, non era neanche iscritta al Pri ravennate. Le mie ‘personali’ 337 preferenze sono state frutto di una campagna vissuta già da ‘emarginata’, ma con il sostegno di molti amici, il 70% dei quali non repubblicani. Chissà se senza anche solo 250 preferenze su 337 ci sarebbe stato un secondo consigliere! Sulla richiesta delle mie dimissioni dal Consiglio stendiamo un velo pietoso: non mi sembra che in passato si siano alzati gli scudi quando l’allora e compianto consigliere della Lega Roberto Ravaioli passò dalla minoranza nel Pri.  Di Azione mi aggrada la messa a valore delle competenze eo della curiositàvolontà di acquisirle. Non credo da questo punto di vista avrò rimpianti: e a questo proposito ‘oso’ dire alla signora Raccagni e quelli del partito attorno a lei che è inutile che chiedano le mie dimissioni anche dalle ’Presidenze Istituzionali ricoperte per il Pri’, sono già automatiche secondo il regolamento. La settimana scorsa, in un incontro con alcuni iscritti, avevo espresso il mio chiaro distacco da avvicinamenti a Di Maio & C. e soprattutto lo sgomento nel vedere il Pri ipotizzare di apparentarsi con certe figure politiche. E ho dichiarato che il partito non lo avrei votato. Sono nata e morirò repubblicana, ma non in un Pri che non risponde più a a modelli che incarnano i miei ideali che sto ritrovando in Azione. Chiara Francesconi Capogruppo Gruppo Misto

Cronaca

l’intervento



Ho lasciato il Pri per aderire ad Azione, partito di Carlo Calenda. Ho fondato il Gruppo misto in Consiglio comunale e non mi dimetterò, né verrò meno ai miei doveri di rapresentante dei cittadini. Il ‘vociferare’ sul mio passaggio in Azione è in realtà frutto di riunioni nella sede del Pri che la sottoscritta, l’allora segretario e altri esponenti di partito hanno fatto con i rappresentanti locali di Più Europa e Azione in primavera per ipotizzare un’alleanza laica per le Amministrative. Allora ho espresso parere positivo verso questa forte sinergia del Pri con Azione e Più Europa, con la quale peraltro il Pri aveva corso alle Europee e Regionali. La maggioranza del partito stoppò l’ipotesi, perché ciò avrebbe comportato un veto verso il M5S e un pericolo per quegli assetti che il Pri ama preconfezionare. Dunque non si tratta di un ‘vociferare’ ma di una posizione politica, che alla sottoscritta e all’ex segretario è costata l’inizio di una lunga fase di emarginazione dal partito. Nell’intervento sul Carlino del 2 agosto la signora Raccagni, oggi segretaria locale, può avere giustamente scambiato informazioni verificabili con i ‘vociferii’ di cui parla, dal momento che, almeno fino a un anno fa, non era neanche iscritta al Pri ravennate. Le mie ‘personali’ 337 preferenze sono state frutto di una campagna vissuta già da ‘emarginata’, ma con il sostegno di molti amici, il 70% dei quali non repubblicani. Chissà se senza anche solo 250 preferenze su 337 ci sarebbe stato un secondo consigliere! Sulla richiesta delle mie dimissioni dal Consiglio stendiamo un velo pietoso: non mi sembra che in passato si siano alzati gli scudi quando l’allora e compianto consigliere della Lega Roberto Ravaioli passò dalla minoranza nel Pri.
 Di Azione mi aggrada la messa a valore delle competenze eo della curiositàvolontà di acquisirle. Non credo da questo punto di vista avrò rimpianti: e a questo proposito ‘oso’ dire alla signora Raccagni e quelli del partito attorno a lei che è inutile che chiedano le mie dimissioni anche dalle ’Presidenze Istituzionali ricoperte per il Pri’, sono già automatiche secondo il regolamento. La settimana scorsa, in un incontro con alcuni iscritti, avevo espresso il mio chiaro distacco da avvicinamenti a Di Maio &amp; C. e soprattutto lo sgomento nel vedere il Pri ipotizzare di apparentarsi con certe figure politiche. E ho dichiarato che il partito non lo avrei votato. Sono nata e morirò repubblicana, ma non in un Pri che non risponde più a a modelli che incarnano i miei ideali che sto ritrovando in Azione.
Chiara Francesconi
Capogruppo Gruppo Misto

Aderire ad ‘Azione’?  Una chiara  decisione politica  

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