Per ricaricare la postepay, per ricaricare i suoi cellulari. Soldi e ancora soldi. Ma non gli bastavano: e allora era giunto a spingerlo ad aprire un finanziamento sperando poi di potere drenare altro danaro da lì. E invece prima i colleghi di lavoro dell’uomo adescato – un disabile ultraquarantenne del Ravennate con amministratrice di sostegno - se ne erano accorti. E poi i genitori avevano denunciato tutto disvelando uno scenario fatto di minacce e petulanza andato avanti dal settembre 2019 al luglio 2020. Lo stesso che nei giorni scorsi davanti al collegio penale è costato una stangata a un 40enne milanese: 11 anni di reclusione per estorsione continuata e pluriaggravata (sia compiuta che tentata) e per molestie. Secondo le indagini coordinate dal pm Silvia Ziniti, il 40enne aveva approfittato della disabilità dell’altro e della sua fragilità psichica per prima agganciarlo e poi via via per spremerlo. Emblematici i messaggi scoperti nel telefonino della vittima la quale era stata sentita nel 2021 in incidente probatorio spiegando, in un contesto protetto, che lavorava grazie alla 104, la legge che colloca le categorie protette, e che il 40enne all’inizio gli chiedeva i soldi con la scusa che gli servivano per ricaricare i cellullari con i quali chiamarlo. Poi le richieste si erano infittite attraverso un diluvio di messaggi e chiamate. Ecco che - prosegue l’accusa - l’imputato era riuscito a costringere il disabile a versargli 611 euro tramite ricariche su una postepay a lui intestata. Altre ricariche, per varie decine di euro, avevano rimpinguato due cellulari sempre intestati all’imputato.
Era riuscito nel suo intento attraverso specifiche minacce: di colpirlo con un coltello, di uccidergli i genitori, di andare dai suoi assieme a un’altra persona in una sorta di contesto punitivo. Ma soprattutto di diffondere a genitori, amici e colleghi, sia filmati che conversazioni compromettenti. Aveva anche cercato di fargli aprire un finanziamento tramite la cessione di un quinto dello stipendio per versare poi gran parte del malloppo a lui: per questo aveva trasmesso all’ultraquarantenne ravennate dati personali utili alla manovra. E anche qui, se avesse rifiutato, lui lo avrebbe colpito con un coltello, gli avrebbe ucciso i genitori, sarebbe andato di persona dai sui assieme a un altro e soprattutto avrebbe diffuso conversazioni compromettenti. Un comportamento che aveva indotto l’ultraquarantenne a preparare tutte le carte per il finanziamento: gli mancavano pochi passaggi ormai quando alcuni colleghi si erano accorti che accadeva qualcosa di strano: di lì a breve, grazie ai suoi genitori, il caso era arrivato in procura.