ANNAMARIA CORRADO
Cronaca

Affascinato dall’opera di Victor Fotso Nyie

L’opera di Victor Fotso Nyie esposta al Mar è un ciclo di vortici. L’inanellamento di richiami antichi e Pop in...

L’opera di Victor Fotso Nyie esposta al Mar è un ciclo di vortici. L’inanellamento di richiami antichi e Pop in un’armonia di fusioni. C’è un artista, che pensa al sogno di una gorgone: il vortice apre le spire del mito.

C’è una testa, senza serpenti: essi ormai hanno prodotto varie figure, così come il pittore Burne-Jones dipinse Pegaso, generatosi dal corpo decapitato di Medusa; forse sono esplosi. Altro anello: nel sogno, la gorgone si vede con le sembianze dell’artista che la pensa. Il passo successivo porta al contemporaneo i richiami totemici e paganeggianti (non privi di una figura simile a un Cristo col ventre ferito): essi si animano, come sotto la guida di un grande tecnico dei vecchi effetti speciali, Ray Harryhausen. E il corpo? Come sogna, Medusa, il propio corpo, cosa ne pensava? Si ode un grido (quello rivolto a Sanremo alla cantante Rose Villain): “Si na pret’!”. Sei statuaria! Così rimpiange il suo corpo, la Gorgone che sogna, pensata da Fotso Nyie.

L’artista camerunense ha impresso nella sua opera (ottima scelta della dottoressa Salerno, la curatrice) potenti vibrazioni, la forza fisica di un suo connazionale: il lottatore Francis Ngannou. Questa è una mia lettura. Ma tante, tante altre sono possibili.

Matteo F. Camerani