
Il relitto della Berkan-B, inabissato nelle acque della pialassa Piomboni da molti anni e oggetto di guerre giudiziarie
Un paio d’ore di arringhe per chiedere, sia nel merito che sotto gli aspetti processuali, l’assoluzione dell’unico imputato, l’allora presidente dell’autorità di sistema portuale (Adsp), Daniele Rossi. In estrema sintesi, è quanto accaduto ieri mattina davanti al gup Andrea Galanti per il caso Berkan-B, la motonave semi-affondata nei pressi della piallassa del Piomboni con fuoriuscita di idrocarburi. A parlare, alla presenza del pm titolare dell’inchiesta Angela Scorza, sono stati gli avvocati difensori Luca Sirotti e Jole Marenghi. Le eventuali repliche, e a seguire la sentenza, sono attese per inizio luglio.
Secondo quanto sintetizzato dall’avvocato Sirotti, nel corso dell’intervento difensivo è stata rappresentata "l’insussistenza degli elementi costitutivi la contravvenzione decisa dal primo giudice il quale riqualificò il fatto originariamente contestato". I difensori hanno anche sostenuto che, "rispetto a ciò, oggi non è più possibile una nuova riqualificazione essendo preclusa dalla dichiarata insussistenza dell’inquinamento e del danno ambientale a opera del primo giudice" rispetto alla quale "non c’è stata nessuna impugnazione" in questo modo "non sottoponendo la questione alla Cassazione" e di riflesso al giudice del rinvio. In definitiva "ci siamo concentrati - ha concluso Sirotti - sia su aspetti processuali che sul merito" delle contestazioni sostenendo, su questo ultimo versante, che non c’era stato "nessun pregiudizio dell’ambiente".
Nella precedente udienza, la richiesta di condanna della procura aveva ricalcato quella già formulata nel luglio di tre anni fa. Sia per il tipo di reato da attribuire all’imputato: l’inquinamento ambientale. Che per l’entità della pena: un anno e quattro mesi di reclusione e 50 mila euro di multa.
Per ricostruire l’andamento del processo, bisogna tornare indietro fino al 19 ottobre 2022 quando il gup Corrado Schiaretti, al termine del rito abbreviato, aveva derubricato il reato di inquinamento ambientale al più mite illecito contravvenzionale previsto dall’apposito decreto del 2007. E aveva condannato Rossi a 8.000 euro di ammenda riconoscendogli le attenuanti per "essersi adoperato per elidere le conseguenze dannose del reato". Nel dispositivo figuravano pure le spese processuali e il risarcimento dei danni per le parti civili: Italia Nostra, Oipa Italia, Legambiente Emilia Romagna, Anpana, Nogez e Wwf Italia nella misura di mille euro ciascuna. Tuttavia l’11 ottobre 2023 i giudici della Suprema Corte, in seguito al ricorso dell’avvocato Sirotti, avevano deciso di annullare con rinvio facendo dunque retrocedere il caso a un primo grado-bis nell’ambito del quale fino ad ora il gup ha ritenuto di dovere mantenere l’imputazione originaria.
In quanto all’allora coimputato - l’ex segretario generale Paolo Ferrandino assolto "per non avere commesso il fatto" -, la sentenza è da tempo divenuta irrevocabile.
Andrea Colombari