ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Al via il processo: "Picchiata e violentata in casa dal mio compagno"

Secondo la donna lui le aveva strappato i vestiti di dosso e l’aveva scaraventata contro un frigorifero per una prognosi di 20 giorni.

Secondo la donna lui le aveva strappato i vestiti di dosso e l’aveva scaraventata contro un frigorifero per una prognosi di 20 giorni.

Secondo la donna lui le aveva strappato i vestiti di dosso e l’aveva scaraventata contro un frigorifero per una prognosi di 20 giorni.

Secondo la ex, lui da sempre è stato "geloso, prepotente e maniaco del controllo". Le tensioni con gli anni si erano via via aggravate. E oltre ai maltrattamenti che il pm Francesco Coco ha collocato nella richiesta del giudizio immediato a partire dal 2010, nel processo partito giovedì mattina davanti al collegio penale, l’imputato dovrà rispondere anche di lesioni aggravate per avere sbattuto la testa di lei con forza contro il frigorifero il 23 ottobre scorso (prognosi di 20 giorni). E di violenza sessuale per averle strappato i vestiti di dosso - prosegue l’accusa -, averla picchiata e afferrata al collo e averla costretta quello stesso giorno ad avere un rapporto con lui. L’uomo, difeso dall’avvocato Stefano Spinelli, è pronto a respingere ogni accusa nel merito visto che ha deciso di affrontare il dibattimento. Intanto la donna, assistita dagli avvocati Cristina Amadori e Giorgio Vantaggiato, si è costituita parte civile.

I protagonisti del caso, sono due ultra-quarantenni ravennati. Su di lui pende ancora il divieto di avvicinamento (nell’occasione davanti al giudice si era avvalso della facoltà di non rispondere). Secondo quanto delineato dalla donna, si erano conosciuti diversi anni fa per poi andare a convivere: e lui sin dal principio si sarebbe dimostrato molto geloso arrabbiandosi ad esempio se lei rientrava tardi o tempestandola di chiamate quando lei usciva con le amiche. O anche andando sul posto di lavoro di lei per vedere cosa facesse. I genitori l’avrebbero trovata pure con un occhio nero: e lei, a domanda, aveva risposto che era stato a causa di un pugno.

In ogni modo, per i continui litigi, lei a un certo punto aveva deciso di smettere di uscire con lui. Ma anche di uscire con le amiche: perché - prosegue l’accusa - ogni ritardo innescava litigi. Tuttavia ciò non era bastato a smorzare insulti e addirittura minacce. Lui la accusava di non sapersi occupare adeguatamente della casa e di non sapere fare nulla: uno stillicidio ad avviso di lei che aveva finito con il minare la sua autostima. Era capitato che lui giungesse ad arrabbiarsi così tanto da strapparsi i vestiti di dosso o da rompere oggetti in casa; qualche volta per strada sarebbe arrivato a spaccare vasi di altri. Le liti peggiori, quando lui aveva bevuto: e in questi casi diventava particolarmente irritabile.

Nell’agosto del 2021 le avrebbe dato un pugno in bocca lasciandole il volto tumefatto: lei aveva poi dovuto ricorrere alle cure di un dentista: le erano stati tolti 4 denti e le era stata rifatta una protesi per una cifra di circa 2.000 euro. Quella volta lei aveva reagito dicendogli, invano, che era finita e che lui doveva andarsene da casa. E così l’uomo aveva fatto: salvo poi - prosegue l’accusa - presentarsi continuamente sotto casa o davanti al posto di lavoro. A marzo 2022 le era accaduto uno strano incidente: mentre si trovava in auto, aveva sbadato perché una delle ruote si era staccata: in quella occasione il gommista le aveva detto che i bulloni erano stati svitati. Nel settembre 2023, ormai stanca di tutto, lei aveva quasi smesso di parlare: i familiari l’avrebbero voluta accompagnare da uno psicologo ma l’uomo lo avrebbe impedito.