Alla Bottega Gatti: "Corsa contro il tempo per recuperare le opere"

Alla Bottega Gatti:  "Corsa contro il tempo  per recuperare le opere"

Alla Bottega Gatti: "Corsa contro il tempo per recuperare le opere"

È una corsa contro il tempo quella che la Bottega Gatti di Faenza sta mettendo in atto nel magazzino di via Pellico colpito dall’alluvione. Sul posto ieri è arrivato l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori: questo è infatti l’epicentro dei danni al patrimonio artistico e librario compiuti dall’alluvione della settimana scorsa, il cui bilancio può essere ulteriormente aggravato dalla pioggia di queste ore. Luigi Ontani, Germano Sartelli, Carlo Zauli, Francesco Nonni: sono solo alcuni dei nomi dell’arte emiliano-romagnola le cui opere portano su di sé le ferite dell’alluvione. La Regione sta vagliando le ipotesi da mettere in campo per salvare ciò che rimane di quello che è uno scrigno della storia dell’arte italiana: servirebbe probabilmente una task force di restauratori in grado di mettere mano, uno per uno, ai più preziosi fra i volumi danneggiati. Paradossalmente, era stata proprio la posizione decentrata a fare della Bottega Gatti quel che è, e cioè una memoria storica degli ultimi novantacinque anni di arte ceramica a Faenza, e della sua miriade di collaborazioni nazionali e internazionali, fra cui quelle con la Biennale di Venezia.

"La nostra bottega fu l’unica a salvarsi dai bombardamenti della seconda guerra mondiale – spiega Davide Servadei –, proprio perché aveva la sua sede in un vicolo in Borgo, lontano dal centro". Muovendosi fra le pile di libri si trovano pezzi rarissimi, talvolta unici: libri d’artista che datano in molti casi agli anni del Futurismo, con le loro ‘parole in libertà’ ancora riconoscibili fra le pagine, ma anche alcuni saggi su Lord Byron, e un secolo di cataloghi di mostre. A essere danneggiate sono state anche molte ceramiche: un grande piatto di Carlo Zauli e una scultura di Francesco Nonni porteranno su di loro le cicatrici dell’alluvione, ma potranno essere riparate, reincollate. Sembrano invece irrimediabilmente compromessi un grande acquerello di Luigi Ontani, così come varie opere di Mimmo Paladino, e l’importante collezione di manifesti dell’epoca dei Futuristi, ora accartocciati in forme irriconoscibili. "Ho qualche speranza in più per quei mattoni firmati da Giò Pomodoro – indica Servadei –. Quelle tele di Aldo Mondino, così come quelle vicine, opera di Germano Sartelli, le ho pulite di persona con un getto d’acqua. Vedremo se questo azzardo sarà servito a salvarle". La situazione più critica è quella dei libri d’artista e dei cataloghi: per quanto alcuni di loro, aprendoli con grande cautela, lascino trasparire un cuore di parole e immagini non toccato dall’alluvione, molti dei singoli fascicoli di pagine di cui è composto ciascun volume si sono infatti fusi insieme in vere e proprie mattonelle di fango. Il Doblò dell’azienda ha già compiuto una decina di viaggi in direzione della cooperativa forlivese Formula Servizi, che al momento sembra tra le poche realtà in grado di dispiegare le forze necessarie per tentare di salvare quella mole di volumi. "Per molti di questi libri è in campo l’ipotesi di smontarli pagina per pagina, procedere alle operazioni di pulizia e poi riassemblarli".

Filippo Donati