’Alla rovescia’, storia di un giornale studentesco

Un libro sul quindicinale uscito fra 1967 e 1969 e nato all’interno di Gs, movimento che a Lugo ebbe uno sviluppo originale

’Alla rovescia’, storia di un giornale studentesco
’Alla rovescia’, storia di un giornale studentesco

L’occasione è stata offerta da una recente pubblicazione, ‘Alla rovescia’, stesso titolo del quindicinale edito dagli studenti superiori di Lugo per due anni consecutivi, dal 1967 al 1969, esperienza unica nata all’interno di Gioventù Studentesca. Nella provincia di Ravenna, GS ebbe grande e originale sviluppo a Lugo e qualche accenno a Faenza, anticipando temi, impegni, orizzonti del Movimento studentesco, il cui vento era ancora di là dell’Atlantico, sull’onda dell’insegnamento di don Milani e la sua ‘Lettera a una professoressa’. Di GS, del quindicinale studentesco, delle iniziative culturali, sociali, politiche di quel periodo storico di ormai sessant’anni fa, si è parlato alcune sere fa al molino Scodellino di Castel Bolognese. Un movimento, GS, fondato da don Giussani e poi alla lunga trasmodato in Cl, ma che ai tempi in cui si è sviluppato a Lugo era totalmente trasversale e basta ricordare quanta classe dirigente pubblica progressista ne è uscita: due sindaci di Lugo, Raffaele Cortesi e Domenico Randi, un parlamentare, Paolo Galletti, e poi docenti, medici, dirigenti scolastici. "Tutto merito di don Beppe Tagariello mandato a Lugo nel ‘67 dove trovò peraltro un terreno già coltivato grazie a don Carlo Dalpane che aveva introdotto in città l’esperienza di Gioventù Studentesca, e di un altro religioso, giovanissimo, don Giovanni Signani: in breve tempo si formò una comunità ben duecento ragazzi e ragazze dei cinque istituti superiori. Un’esperienza unica, per l’epoca in cui si realizzò. Quando a fine ‘67 don Beppe lasciò Lugo, il successore, padre Leo Commissari, poi trucidato in Brasile dove era andato missionario, lanciò l’idea di estendere la comunità degli studenti agli adulti, genitori e docenti. I ragazzi si ritrovavano al Sacro Cuore o a casa della signora Bucchi; erano impegnati su più fronti, religioso, sociale, culturale", racconta Tiziano Conti, docente, che assieme a Paolo Galletti (parlamentare dei Verdi negli anni Novanta), al fratello, Giulio Galletti, docente e dirigente scolastico, a Katia Sgalaberna, medico dell’Asl di Ravenna, Cassiano Tabanelli, Guido Marzari, allenatore della nazionale di scherma, oro alle Olimpiadi di Atlanta e altri ancora, tutti protagonisti di quell’epopea, ha avuto l’idea di realizzare il libro ‘Alla rovescia’ che raccoglie testimonianze e molte pagine del quindicinale studentesco di allora.

Cosa fu ’Alla rovescia?

"Quel giornale fu un vero e proprio catalizzatore di idee, di iniziative, di stimolo e diede soprattutto modo alla comunità di affrontare in modo moderno, costruttivo il rapporto con la città, con l’ente locale e altre associazioni".

Come è venuta l’idea della pubblicazione a oltre mezzo secolo di distanza?

"Tutto nacque a fine agosto di due anni fa - spiega Conti -. Poco dopo esserci ritrovati a Torano nell’alto Imolese assieme a don Tagariello, il nostro assistente dell’epoca, uno di noi morì: era Angelo Pergolini, affermato giornalista esperto di finanza ed economia, de il Manifesto, l’Ansa, Panorama, Focus. Fu un grande dolore e decidemmo di ricordarlo dando mano a questa pubblicazione".

Di che cosa vi occupavate sul quindicinale?

"Intanto diciamo che era in ciclostile – risponde Giulio Galletti – e utilizzavamo anche il colore, il rosso. Chi ha utilizzato il ciclostile sa quanto difficoltoso fosse il lavoro, la battitura, le matrici, i disegni, la stampa in due tempi per via del colore…detto questo, abbiamo fatto molte inchieste, la povertà del ‘Casermone’ e del ‘Lazzaretto’ di via del Pero, da cui poi scaturì una tesi di laurea, il rapporto fra studenti e professori, da cui poi nacquero i gruppi di studio congiunti e poi una grande inchiesta sulla caccia alle matricole. A Lugo chi entrava alle superiori doveva pagare dazio. Decidemmo di far smettere questi atti di bullismo ante litteram, sollevammo il problema, organizzammo picchetti e la caccia finì!"

Affrontavate anche argomenti internazionali?

"Certamente, molti gli articoli sul Terzo mondo, sulle uccisioni di Che Guevara e di Martin Luther King nel cui ambito parlammo di non violenza e comunismo, sul Movimento studentesco, sulla Rivoluzione cinese, l’invasione della Cecoslovacchia e tanto altro. Ma affrontammo anche argomenti leggeri, la musica beat, la Beat Generation, organizzammo un concerto, Quaresima beat 1968 e venne a cantare Lucio Dalla. E non dimentichiamo i campi di lavoro, gli interventi a Firenze e al Polesine alluvionati".

Foste anche protagonisti di una clamorosa contestazione!

"Oh sì, contestammo le signore impellicciate che partecipavano alla festa di Capodanno, che si tenne il 4 gennaio ‘69 al Circolo Universitario, un po’ come la contestazione alla Scala a Milano…Nel mondo si moriva di fame e lì si ostentava ricchezza…

" Quanti eravate in redazione?

"Una trentina. Pensi che tempi, quelli: dovevamo firmarci con pseudonimi per evitare censure a scuola e per distribuire il giornale in istituto, li portavamo nascondendoli sotto al grembiule… – ricorda Paolo Galletti – sì anche noi maschi avevamo il grembiule, nero".

Carlo Raggi