
Alluvione, 36 nuovi interventi urgenti. A Castello si rinforzano gli argini
Trentasei nuovi interventi urgenti sono stati programmati sui territori faentino, lughese e ravennate per fare fronte alle conseguenze delle alluvioni di maggio. A fare il punto sullo stato dell’arte sono stati ieri in una conferenza stampa, convocata in Regione, il presidente Stefano Bonaccini e la vice Irene Priolo. Fra il nuovo lotto di interventi il più significativo è quello riguardante le opere di rinforzo degli argini nel tratto a monte dell’abitato di Castel Bolognese, per un importo complessivo di 800mila euro. Dei trentasei interventi, ventidue sono parte dell’ordinanza 8 del commissario Figliuolo, per un totale di 17 milioni e 700mila euro, sette sono a cura del Consorzio di bonifica (il conto qui si aggira sui 10 milioni) e ulteriori sette (per un totale di un milione e 700mila euro) sono parte della programmazione regionale.
Gli interventi si vanno a sommare ai trentuno messi in cantiere nella provincia di Ravenna nel recente passato all’indomani delle alluvioni, per un totale di 45 milioni e 500mila euro, finanziati con fondi provenienti da ordinanze a firma della Protezione civile o del commissario Figliuolo. "Ventisei di quei primi interventi sono già stati conclusi o verranno ultimati entro la fine di dicembre", hanno spiegato Bonaccini e Priolo. Fra quegli interventi eseguiti in somma urgenza vanno annoverati la ricostruzione dell’argine sinistro del Lamone a monte del ponte della ferrovia nella frazione di Boncellino, tra Faenza e Russi: un’operazione che da sola è costata 2,5 milioni di euro. Lo stesso importo anche per l’altra grande rottura arginale di Sant’Agata sul Santerno: la sponda sinistra del fiume è stata ripristinata nel tratto fra i ponte della ferrovia e l’intersezione con la provinciale 253. Per quanto riguarda invece le operazioni parte del nuovo lotto di interventi, si attestano sul milione e 300mila euro gli interventi destinati al Santerno fra i comuni di Lugo, Sant’Agata e Bagnara. Trecentomila euro il conto di ciascuna delle quattro operazioni rivolte al Ronco nelle frazioni ravennati di Coccolia, Ghibullo, San Bartolo e San Bartolomeo. Un milione e 300mila euro invece il costo degli interventi sul Montone nell’abitato di San Marco, mentre tocca il milione quello previsto sul Santerno nella sola Santa Maria in Fabriago. Si attestano sul milione di euro gli interventi sugli argini danneggiati di Savio e Bevano. Superano il milione anche gli altri interventi in prosecuzione su Lamone e Senio. In totale, ammonta a 83 interventi, per complessivi 85 milioni di euro, la somma delle operazioni eseguite o da eseguire in provincia di Ravenna. Irene Priolo ha poi annunciato l’aggiornamento della mappa del dissesto idrogeologico, considerando quanto le frane abbiano cambiato la morfologia dell’Appennino: "Sarà fondamentale per capire dove costruire le nuove vasche di laminazione (a Casola Valsenio una fu riempita ed esondò proprio a causa di una frana, ndr), e dove dare maggiore respiro ai fiumi. Le mappe di allagamento determineranno la futura evoluzione di questi territori: in alcuni casi si potrà dover procedere anche a delocalizzare alcuni edifici".
Nel frattempo, a ormai quattro giorni dal fatidico 15 novembre, quando debutterà la piattaforma Sfinge con la quale dovrebbe essere possibile richiedere risarcimenti al 100% per i danni causati dall’alluvione, l’altro ieri 800 tecnici si sono riuniti insieme alla vicepresidente Priolo per fare il punto della situazione. "Ci saranno test informatici – ha spiegato l’assessora regionale – poi il sistema potrà partire". La giunta regionale non sembra spandere ottimismo: "A differenza di quanto accadde per il terremoto del 2012 ci saranno più pratiche a carico dei Comuni – ha fatto notare Bonaccini –. Una mole di lavoro preoccupante per le realtà montane o più piccole. Le graduatorie già aperte non bastano, serve più personale. Ad oggi inoltre i beni mobili perduti paiono esclusi dal sistema: faccio notare al governo che sono proprio i beni mobili, e non i muri, i più colpiti da un’alluvione. Anche per questo abbiamo messo in campo quei fondi a favore di chi ha paerso l’auto: 3600 richieste sono state accolte, 5000 sono in lavorazione. Ma è paradossale che si sia riusciti a farlo solo grazie alle donazioni dei privati".
Filippo Donati