REDAZIONE RAVENNA

"Alluvione, ci aspettano ancora tante sfide"

La prima assemblea pubblica autunnale indetta dal comitato ‘La Bassa Italia’. "Vogliamo la tranquillità di rientrare in casa"

"Alluvione, ci aspettano ancora tante sfide"

C’erano i residenti di via Lapi, via Renaccio e traverse, ma c’erano anche cittadini afferenti ad altri comitati di cittadini alluvionati giovedì sera nelle aule dei Salesiani a Faenza in cui si è svolta la prima assemblea pubblica autunnale indetta dal comitato ‘La Bassa Italia’. Presenti e disponibili a rispondere ai quesiti dei cittadini anche i rappresentanti della giunta comunale manfreda: sindaco, vicesindaco e assessori all’ambiente, al welfare, alla sicurezza e ai lavori pubblici, così come i rappresentanti di Hera. L’incontro era stato organizzato al fine di aggiornare i cittadini sullo ‘stato dell’arte’ a cinque mesi dai due eventi calamitosi che hanno pesantemente colpito il quartiere faentino costringendo le persone a dover fare i conti con una inimmaginabile e sconvolgente realtà. Al punto da spingere la comunità ad organizzarsi in comitato "con intento costruttivo, di distruzione ce n’è già stata troppa - spiegava Enrico Liverani, ripercorrendo poi le tappe e gli incontri istituzionali che si sono susseguiti nel corso dei mesi estivi -. Abbiamo lavorato tantissimo, ma la maggior parte degli obiettivi non sono ancora stati raggiunti".

Nel corso di questi mesi i comitati si sono accreditati con le istituzioni, hanno ottenuto la proroga della rendicontazione per il contributo di immediato sostegno "e speriamo di ottenerne un’altra che prolunghi a scadenza a maggio". Poi hanno portato avanti istanze come il risarcimento delle auto, su cui la regione è intervenuta con un provvedimento specifico legato alla destinazione dei 47 milioni di fondi raccolti, ma sul quale tuttavia "mancano ancora tante informazioni tecniche". Globalmente secondo i rappresentanti del comitato si tratta di "piccole cose che danno idea della possibilità di un intervento. Ma senza illusioni perchè le sfide più importanti sono ancora tutte da vincere". In particolare il tema della sicurezza "vogliamo la tranquillità di rientrare in casa", l’emergenza abitativa, e soprattutto i ristori.

"Il problema gigantesco è che oggi ci sono 80 milioni di euro su una stima di 4,5 miliardi di danni. Probabilmente ci risarciranno ma quando?". A chiederselo, e a riferire le proprie preoccupazioni pubblicamente sono stati in primis gli imprenditori del quartiere, come Piero contitolare della pasticceria di via Lapi "30 anni di lavoro persi in una notte a causa di 7 metri di acqua. Un disastro voluto dalla mano dell’uomo. Come si può parlare di ripartenza? Chi mi risarcirà il grosso danno subìto?". E come Pier Paolo, negoziante sempre in via Lapi: "Ho lavorato 12 ore al giorno per ripristinare l’attività. Ma non ho le risorse per rifornire il magazzino merce. Ad oggi ci resta solo la speranza, diversamente dovrò chiudere per sempre". Preoccupazioni a simili a quelle dei residenti. Qualcuno ha rivelato di non volere sistemare l’abitazione fino a quando non sarà ripristinata la sicurezza sugli argini e sulle fognature.

Qualcun altro invece ha detto di non avere sufficienti risorse per intervenire e per questo i dubbi riguardano le erogazioni dei ristori nella misura di anni. Altri ancora si sono detti preoccupati per l’andamento degli interventi. Questioni che i rappresentanti dell’amministrazione comunale hanno affrontato spiegando che i lavori in somma urgenza, ovvero il ripristino degli argini danneggiati, sono in corso e si concluderanno entro la fine dell’anno. Inoltre sono state fornite rassicurazioni sul dialogo con la struttura commissariale che ora verte sulle urgenze, ovvero progetti da svolgersi in un anno solare. Nel medio termine legato c’è l’aumento della sicurezza idrogeologica dei fiumi: "Figliuolo ha detto che dobbiamo costruire un progetto organico che vale per tutta la Romagna - ha riferito il sindaco Isola -. Non illudiamoci con idee improvvisate. Per fare un progetto utile bisogna mettere insieme ricerca, impresa e università e pensare a strumenti innovativi". Serviranno quindi ancora molti mesi?

Damiano Ventura