Alluvione Faenza, trovate profonde tane di nutrie e istrici sugli argini di Lamone e Senio

I tecnici dell’Aipo hanno confermato la presenza di ‘gallerie’ scavate dagli animali. Via agli interventi di sfalcio per mettere in sicurezza la zona

Ravenna, 9 maggio 2023 – L’alluvione della scorsa settimana in provincia di Ravenna è stata causata dal “sormonto arginale” dovuta all’eccezionalità della piena dei fiumi. Ma nel primo bilancio dell'accurato monitoraggio dei corsi d’acqua Lamone e Senio sono emerse anche tane e cunicoli scavati dagli animali come nutrie e istrici, fossori e ungulati, come confermato dai tecnici specializzati di Aipo (l'Agenzia interregionale per il fiume Po).

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Il primo bilancio dell'accurato monitoraggio di Lamone e Senio in provincia di Ravenna testimonia infatti la presenza di "tane profonde caratterizzate da molteplici diramazioni e con gallerie che superano anche i tre, quattro metri di lunghezza nella loro articolazione morfologica sotterranea".

Le tane rilevate durante la ricognizione a supporto alla Protezione Civile sono 6 in 20 km, “ma non hanno nella fattispecie pregiudicato la stabilità arginale nei punti di fuoriuscita”, specifica Aipo, le stesse già in questo momento “sono state riprese e sistemate”.

Un primo sopralluogo, precisa Aipo, è stato effettuato a Bagnacavallo sulle sponde del Senio e subito dopo in località Boncellino e San Romualdo per ciò che riguarda il Lamone. E sono partiti anche i primi "rilevanti" interventi di sfalcio e chiusura delle tane per oltre 20 chilometri del Lamone, e di sistemazione delle rotte arginali e chiusura delle tane sul Senio.

Senza ulteriori violente precipitazioni nella zona, i lavori potranno concludersi in sette-dieci giorni ma già da oggi si aumenta "in modo significativo" la sicurezza.

Durante il monitoraggio, spiegano direttore e dirigente di Aipo Gianluca Zanichelli e Massimo Valente, sono state rintracciate "tane profonde che hanno senza dubbio incrementato i livelli di fragilità delle strutture arginali", tane e gallerie realizzate da animali fossori, oltre che la presenza diffusa di ungulati. Sarebbe "proficuo", aggiungono, "poter realizzare la nascita di una collaborazione bilaterale in caso di piene non concomitanti dei due reticoli di rispettiva competenza fiume Po e affluenti regionali".