Alluvione Faenza, si pensa a un campo di accoglienza: rientrare nelle case è ancora impossibile

Ad allestire la colonna mobile potrebbe essere l’esercito o la Protezione civile, si valuta di farlo negli spazi della Fiera. Il Comune vuole fare in fretta perché gli sfollati sono migliaia: 750 nei centri di emergenza

Faenza, 18 maggio 2023 – Ci sono 750 persone fuori casa a Faenza, collocate provvisoriamente nei palazzetti in giro per la città. E ce ne sono altre migliaia sfollate, alcune delle quali ieri pomeriggio ancora attendevano di essere salvate. Alcune hanno perso tutto, altre non potranno comunque rientrare a breve nelle loro case. E così ora a Faenza si sta pensando a una colonna mobile per aiutare tutti: un’ipotesi molto concreta e che potrebbe prendere forma già oggi negli spazi della Fiera. Del resto l’emergenza è tale che ieri notte, su due piedi, è stato necessario aprire e allestire anche il Palacattani oltre al Palabubani e alla palestra delle scuole Don Milani, già pieni, e ieri tanti faentini programmavano di passare la notte nelle brandine allestite nei tre centri. La porzione di abitato invaso dall’acqua è così vasto che per molti non c’è alternativa: amici e parenti in molti casi sono stati anch’essi allagati e le strade per le città limitrofe, come Imola o Forlì, ieri erano chiuse. Per il Comune ora occuparsi di tante persone, procurando loro pasti, sistemazioni per dormire e servizi igienici, è diventato difficile.

Faenza vista dal drone: un immenso mare di acqua (foto Roberto Zama)
Faenza vista dal drone: un immenso mare di acqua (foto Roberto Zama)

Da qui l’idea di organizzare un campo per gli sfollati, come successe a Faenza già nella tremenda estate del terremoto, nel 2000: ad allestirla potrebbero essere l’esercito o la Protezione civile, con moduli molto vasti da montare velocemente che contengono cucine da campo e servizi igienici, oltre ai posti letto. L’altra alternativa del resto, la collocazione in hotel, risulta difficilmente praticabile con questi numeri di sfollati.

Ieri nei tre centri allestiti a Faenza si erano radunate molte persone: anziani, famiglie e bambini. Alcuni nel primo pomeriggio dormivano nelle brandine, dopo la notte da incubo insonne, altri invece chiacchieravano tra di loro, nel tentativo di esorcizzare quanto vissuto. Tanti avevano con sé i propri animali domestici. Tra loro c’è Donatella Mazzolani, sfollata con la propria famiglia da via Giovanni Paolo II, nella zona della rotonda della Balena, dove nella notte è arrivata l’acqua del Lamone dal Borgotto, dove il fiume ha rotto l’argine: "Viviamo a piano terra, ora sappiamo che l’acqua è salita al primo piano. Sulle 4.45 sono arrivati, noi eravamo svegli, in una notte così non dormivamo. Un’auto con l’altoparlante ci ha detto di andare via subito in macchina. Abbiamo buttato dentro alla borsa una bottiglia d’acqua e il telefono e ho guidato verso l’autostrada, non sapendo dove andare. Stanotte resteremo qui: le persone che conosciamo sono tutte nella stessa situazione o vivono in luoghi ora irraggiungibili".