Alluvione, addio a Giamberto Pavani: morto prigioniero della casa domotica

Aveva 75 anni e viveva a Castel Bolognese, dove si è tenuta la cerimonia. Presenti anche il vice ministro Bignami, il prefetto De Rosa e il sindaco Della Godenza

Castel Bolognese (Ravenna), 31 maggio 2023 – Cordoglio e commozione ieri mattina al cimitero di Castel Bolognese per l’ultimo saluto a Giamberto Pavani, 75 anni, uno delle vittime dell’alluvione: è stato trovato morto tra le mura della propria casa lo scorso 17 maggio, all’indomani del disastro. A rendergli omaggio c’era la sua compagna, Anna, sostenuta dai familiari. Presenti anche il vice ministro Galeazzo Bignami, il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza, e le autorità civili e militari.

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Giamberto Pavani, 75 anni, morto prigioniero della casa domotica
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All’ingresso del cimitero era stata posata una corona di fiori rossi, bianchi e verdi inviata dal Governo. All’arrivo del carro funebre, poco prima delle 10, è seguita la benedizione del feretro da parte del parroco. Quindi un breve momento di preghiera prima della tumulazione. A curare l’ultimo saluto sono state le onoranze funebri Donigaglia.

Giamberto Pavani abitava in via Marzari, in una casa al pian terreno, in dislivello rispetto alla strada, che la notte tra il 16 e il 17 maggio scorso è stata inghiottita dalla fiumana del Senio. E l’acqua non gli ha lasciato scampo, rendendo vani i tentativi di soccorso prima dei vicini di casa e poi di un agente della polizia locale. Nessuno ovviamente pensava che così tanta acqua potesse raggiungere e sommergere le abitazioni.

La storia di Pavani negli ultimi giorni è stata al centro delle cronache perché l’aver ristrutturato da poco la casa all’insegna della domotica gli ha impedito di aprire le finestre (elettriche) quando è saltata la luce. Allo stesso modo l’uomo aveva fatto installare numerosi dispositivi anti intrusione, tra cui inferriate, telecamere e porta blindata. I vicini di casa hanno raccontato che l’uomo nel pomeriggio non aveva voluto lasciare l’abitazione, probabilmente convinto che non potesse capitare un disastro simile, poi all’arrivo dell’acqua aveva chiesto aiuto ma nessuno era riuscito a liberarlo, neanche utilizzando gli attrezzi di un artigiano.