
"Questi sono soldi a fondo perduto, rientrano nella filiera della generosità – dice il sindaco –. Provengono dalla solidarietà di chi ha donato: c’è chi ci ha messo 500 euro e chi 5 milioni". Parte la seconda fase della distribuzione dei 7 milioni e 250mila euro donati per i ravennati colpiti dall’emergenza di maggio: fino a 10mila euro per chi ha subìto più danni. Ieri il Comune ha approvato con una delibera i criteri operativi per distribuire i contributi del ’fondo comunale alluvione’. Parte dei fondi è già stati distribuita nella prima fase, iniziata il 31 luglio, per un 1 milione e 112mila euro. Ora il Comune punta ad aiutare chi ha avuto più danni e chi – e questa è una delle novità – ha subìto danni ma non ha i requisiti per richiedere gli aiuti messi a disposizione finora dal Governo (ovvero il contributo di immediato sostegno Cis da 3.000 a 5.000 euro per chi ha avuto l’acqua in casa e il contributo di autonoma sistemazione Cas per chi ha dovuto trascorrere almeno una notte fuori casa). Questo significherà aiutare, in concreto, chi non ha avuto la casa allagata ma si è ritrovato l’acqua in spazi come cantine e garage, oppure ha perso l’auto.
Gli aiuti sono destinati esclusivamente a chi vive nel comune di Ravenna: del resto questo è l’ente che ha ricevuto le donazioni. "Abbiamo sollecitato il Governo e sperato di non mettere anche in questo contrasto le persone tra Ravenna e gli altri Comuni – dice il sindaco Michele de Pascale –, non viviamo bene questa cosa. Mi hanno scritto cittadini di altri territori dicendomi che i loro Comuni non lo fanno, e ho risposto loro uno a uno dicendo di non prendersela con i loro sindaci". Del resto un Comune grande come Ravenna ha più possibilità di raccogliere somme considerevoli rispetto a realtà più piccole. "Sono contento che tante persone ci abbiano dato fiducia – aggiunge de Pascale –. Va detto che la solidarietà è arrivata perlopiù dai ravennati e che l’80% del fondo è costituito da grosse donazioni fatte da grandi imprese che insistono o operano sul territorio di Ravenna".
Finora sono stati presentati circa 900 moduli per ricevere le donazioni, con l’erogazione di 750 contributi. Circa il 13% delle dichiarazioni dei danni subìti è compreso nella fascia sotto i 5.000 euro, il 61% fra i 5.000 e i 25mila euro, il 19% fra i 25mila e i 50mila euro e il 7% sopra i 50mila euro.
L’altro fronte è quello degli aiuti dal Governo, un altro paio di maniche: "Se questa cosa fosse stata accompagnata da un intervento strutturale, nazionale, per tutti, questa sarebbe stata la ciliegina sulla torta – commenta de Pascale – ma la verità è che in questo contesto ci sono realtà in cui arriveranno questi aiuti e altri in cui si muore di fame. Però le donazioni non possono essere la soluzione al problema, né possiamo distribuire i soldi donati al Comune al di fuori del territorio comunale, dove tra l’altro finirebbero per diluirsi come quelli donati alla Regione". A questo proposito de Pascale spiega che il Comune ha temporeggiato inizialmente nello stabilire una modalità di distribuzione dei fondi con l’intenzione di coprire quanto fosse rimasto scoperto dallo Stato, su cui però ancora non c’è chiarezza: "Ci aspettavamo che un modulo ci fosse in giugno, non a settembre. E quindi abbiamo preso atto che non c’era speranza di tempi brevi e abbiamo iniziato ad agire. Per noi non è un problema se ora qualcuno riceve 5.000 euro e poi viene rimborsato del 100% dal Governo tra due anni: quei soldi comunque li avrà spesi in tasse, interessi bancari e pure servizi psicologici".
Sara Servadei