Niente commissione d’inchiesta a Ravenna sulla gestione dell’emergenza alluvione. A meno di ripensamenti in Consiglio comunale, a ora non attesi, la città non metterà in campo l’organismo speciale come fatto a Forlì e Cesena. La proposta avanzata ieri pomeriggio in commissione dalla Lega, con il sostegno di tutta l’opposizione, è naufragata di fronte al silenzio della maggioranza. "Il più alto grado di codardia, non giustificate nemmeno il voto negativo", si indigna Gianfilippo Rolando (Lega), mentre Veronica Verlicchi (La Pigna), attende il Consiglio comunale e più audience per infiammare il dibattito. Dibattito che invece accompagna l’altra proposta in materia di alluvione discussa in precedenza, quella di Nicola Grandi di Viva Ravenna, anche in questo caso supportata dai colleghi di minoranza, per istituire una commissione speciale per la revisione del Piano di Protezione civile a partire dalle esperienze accumulate da consiglieri comunali, assessori e funzionari. Nessuna matrice polemica o di critica, precisa il civico, ma solo la volontà di dare "un contributo all’aggiornamento del Piano". Il finale però cambia di poco: Grandi ritira l’atto per "non perdere un altro pomeriggio in Consiglio comunale. Ancora una volta il contenuto viene dopo il metodo e i presentatori". Tuttavia, si sfoga, "siete ridicoli a dire che si sta lavorando", dato che fin qui ci sono state solo due commissioni. Secondo il Partito democratico i due documenti presentati fanno confusione: "Non capiamo quale metodo si sostenga", osserva Lorenzo Margotti annunciando un odg per "un’analisi e revisione del Piano coinvolgendo i consiglieri comunali".
Anche perché, chiosa la collega Fiorenza Campidelli, "non sono le commissioni speciali o quelle consiliari che possono rivederlo. Qualcosa da sistemare c’è e noi approveremo o meno ciò che ci verrà proposto". D’altronde lo chiede la Regione dato che i piani sono in continua evoluzione, chiosa, È d’accordo a una revisione pure Daniele Perini del gruppo De Pascale sindaco, che difende "a spada tratta" la giunta per la gestione dell’emergenza. Mentre Luca Cortesi di Coraggiosa è convinto che "si possano trovare dei punti di convergenza". Come sintetizza infatti l’assessore all’Ambiente Gianandrea Baroncini, "possiamo costruire la possibilità per tutti di dare un contributo" al Piano, che risale al 2022 ed è "innovativo, frutto di un ampio dibattito e in aggiornamento costante". Comunque "non mi sembra abbia funzionato un granché", fa notare Renato Esposito di Fratelli d’Italia, sostenendo l’opportunità di coinvolgere "coloro che si sono dati da fare durante l’emergenza", consiglieri comunali compresi. Anche per Alberto Ancarani di Forza Italia ha senso "metterci mano dato che ha mostrato delle falle, ma no a un cahiers de doleances su cosa non è andato". Infine Veronica Verlicchi conferma che si tratta di "un’opportunità da non sprecare per modificare uno strumento che ha mostrato criticità". Ma non se ne riparlerà in Consiglio comunale dato che l’atto è stato ritirato.