FRANCO GÀBICI
Cronaca

Anche i muri ’parlano’ nel libro di Zaccaria

Il testo, scritto dall’ex primario di Ematologia all’ospedale di Ravenna, è un invito a sviluppare lo spirito di osservazione

Anche i muri ’parlano’ nel libro di Zaccaria

Anche i muri ’parlano’ nel libro di Zaccaria

di Franco Gàbici

Per presentare l’ultima fatica di Alfonso Zaccaria, medico in pensione già primario di Ematologia del nostro ospedale a Ravenna, prendo a prestito due affermazioni di André Frossard tratte dal suo “Il Vangelo secondo Ravenna“. Il saggista francese, infatti, scrive che la città "si può attraversare senza vederla" ma dice anche che "se il vostro destino eterno vi interessa, andate a Ravenna: esso sta scritto sui suoi muri".

I muri dunque parlano e il loro linguaggio viene percepito non da chi distrattamente cammina per la strada ma da chi, come il dottor Zaccaria, è attratto da un piccolo particolare: una crepa, un disegno, una bizzarria involontaria creata dagli insulti del tempo o da improvvisati artisti di strada. Sarà sicuramente capitato anche a voi di osservare un particolare dall’apparenza insignificante, mentre un attento esame lo fa assomigliare a un qualcosa di ben definito. Questo particolare procedimento è detto ’pareidolia’ ed è incredibile la quantità di esempi che Zaccaria ha fotografato e raccolto in questo libro (‘Muri di idee’, Edizioni del Girasole) che ha come sottotitolo ’Quando un muro diventa la porta… dell’immaginazione’ e che tiene a sottolineare che "non è un libro di filosofia, né di psicologia, né di fotografia, ma solo un libro di idee, fantasia e curiosità" o, se preferite, "un gioco proposto ai lettori che vorranno parteciparvi". Queste macchie possono essere considerate i parenti poveri di quel ’destino eterno’ di cui parlava Frossard e a loro Zaccaria ha inteso dare la dignità delle piccole cose. Occorre, come si legge nella quarta di copertina, "che il nostro spirito di osservazione si faccia più attento" perché con la fantasia si possono scoprire cose nuove e interessanti che nel loro insieme arricchiscono la fisionomia di una città.

Nel famoso dipinto ’la città ideale’, conservata ad Urbino, gli spazi e le architetture sono perfette. Sagome impeccabili dove nessuna crepa ha ragione d’essere, ma nelle città vere, quelle dove si respira la vita, l’uomo lascia segni, cicatrici, filamenti nascosti di Dna da dipanare e interpretare, perché ciascuno di noi, come scrive il poeta Venanzio Reali, è solo "una formica che tenta le crepe dell’essere" e i muri sono la materia che permette di avvicinarci a un percorso verticale attraverso tutte le esperienze che le sue pietre raccontano. Va infine ricordato che il ricavato dalla vendita del libro andrà a beneficio della sezione ravennate della Associazione italiana contro le leucemie (Ail) di cui il dottor Zaccaria è presidente.