Anche il Papeete tra i clienti del Mib

Ci sono imprenditori noti nell’ordinanza di sequestro di 5,8 milioni nei confronti della srl, i cui contratti d’appalto sono nel mirino.

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Il sequestro da 5,8 milioni di euro disposto nel contesto dell’indagine sulla Mib Service srl, ha scosso in maniera profonda gli ambienti imprenditoriali ravennati legati a settori come turismo, ristorazione e intrattenimento. Del resto 122 contratti d’appalto stipulati dalla srl in questione tra il 2013 e il 2016, significa che, almeno potenzialmente, ci potrebbero essere 122 indagati per uso di fatture relative a operazioni considerate inesistenti. Di fatto al momento alcuni degli imprenditori che si erano avvalsi della Mib, hanno già ricevuto un avviso di garanzia in tal senso; per altri invece sono in corso verifiche fiscali il cui esito verrà probabilmente condiviso con la magistratura. Di sicuro sono partiti gli interrogatori tanto che martedì in procura verrà ascoltato un imprenditore balneare – tra i settori più interessati dall’inchiesta – accompagnato dai suoi legali Paola Bravi ed Emanuele Fregola (risulta dunque indagato).

Altri imprenditori, non necessariamente destinatari al momento di un avviso di garanzia ma comunque clienti della Mib, anche se in taluni casi per pochi mesi, hanno già provveduto a contattare avvocati di fiducia. Tra questi ad esempio figurano Cristiano Ricciardella e Mascia Ferri, citati tra altri nell’ordinanza di sequestro preventivo per equivalente a firma del gip Corrado Schiaretti in quanto un lavoratore del loro esercizio di ristorazione, era stato ascoltato dalla guardia di Finanza a riscontro delle verifiche documentali. "Non conosco le motivazioni a sostegno del sequestro eseguito contro la Mib e gli altri indagati – ha precisato l’avvocato Giovanni Scudellari che oltre ai due citati sopra segue altri imprenditori già clienti della srl – e quindi non posso fare alcun commento. Per quanto riguarda gli imprenditori che assisto, posso solo dire che sono sempre stati convinti di agire nella più assoluta legalità al solo fine di meglio gestire l’operatività aziendale senza ricercare e ottenere alcun beneficio economico e fiscale". In ogni modo, nell’ordinanza vengono riportati una dozzina di nomi di clienti della Mib, lasciando intendere che il modello proposto aveva riscosso un certo successo permeando ben oltre il territorio comunale, soprattutto nell’ambito del settore turistico - ricreativo della riviera: basti pensare che tra i clienti figurano anche Papeete e Villa Papeete.

La srl, nata nel 2010 con il dichiarato scopo di affiancare gli imprenditori nella gestione delle loro attività, secondo le indagini delle Fiamme Gialle coordinate dai pm Alessandro Mancini e Monica Gargiulo, avrebbe invece virato verso un collaudato sistema per frodare il fisco. Cinque le persone indagate per associazione per delinquere finalizzata agli illeciti tributari: oltre a tre responsabili societari, anche una avvocatessa e un consulente del lavoro. In particolare, secondo quanto sintetizzato dal gip, accadeva questo: in molti casi i lavoratori, talvolta a loro insaputa, venivano licenziati dalle loro attività, per le quali continuavano però a operare come prima, per essere riassunti dalla Mib; in altri casi venivano assunti dagli imprenditori passando solo formalmente per la Mib definita "società di comodo, strutturalmente inesistente", una “cartiera evoluta” creata per la "commissione di attività illecite". Con i vantaggi che ciò avrebbe comportato: abbattere reddito ai fini delle imposte, detrarre Iva, beneficiare di sgravi previdenziali. Tesi respinte dai difensori dei cinque che, sostenendo la piena legalità dei contratti, hanno già fatto richiesta di riesame del sequestro.

Andrea Colombari