Incidente Ravenna, Andrea Balducci morto. "Un ragazzo di cuore, aiutava tutti"

Gli amici ricordano il giovane deceduto sabato sera in via Dismano

Andrea Balducci

Andrea Balducci

Ravenna, 10 giugno 2019 - “Ho parlato con lui l’altro ieri, come al solito mi ha aiutato a risolvere un problema di lavoro. Perché lui era così, aiutava tutti. Era generoso, altruista, si faceva in quattro per gli amici. Non ho mai incontrato una persona di cuore come Andrea». Michele Dussin ha la voce rotta, non riesce a parlare. Ha appena saputo che il suo amico Andrea Balducci, che conosceva da tanti anni, è deceduto sul colpo sabato sera sulla via Dismano (FOTO) dopo uno scontro violentissimo con un’auto.

Una tragedia che si è consumata all’altezza del civico 158. Erano da poco passate le 21 quando, più o meno a metà strada tra l’abitato di Borgo Faina e l’aeroporto della Spreta, per cause al vaglio dei carabinieri intervenuti sul posto per i rilievi, una Chevrolet con a bordo due donne si è scontrata con la Ducati di Andrea Balducci. L’urto è stato talmente violento che la moto Ducati è schizzata nel campo a lato della strada. In quegli attimi infernali il corpo del 26enne ravennate è sbalzato via per almeno una trentina di metri. Nello schianto si è anche strappata la ruota anteriore sinistra dell’auto. Purtroppo per il centauro non c’è stato nulla da fare e gli operatori del 118, intervenuti sul posto con due ambulanze e un’auto medica, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Le due donne alla guida dell’auto, invece, sono state portate in ospedale, non sono gravi.

Migration

“Non ho parole. Mi vengono solo in mente le sue battute, ne aveva sempre una pronta al momento giusto – continua Dussin -. Era una di quelle persone che ti stanno simpatiche subito, appena le conosci. Perché si fanno voler bene. Una persona vera, semplice e alla mano così non si trova più in giro”.

I due amici si sono conosciuti qualche anno fa per lavoro in Mozambico. Andrea Balducci era felice nell’ultimo periodo, racconta l’amico, aveva trovato lavoro alla Cifa, storica azienda milanese che progetta prodotti per il settore delle costruzioni. E girava il mondo seguendo la sua passione fin da bambino per la meccanica.

“Andrea seguiva le pompe del calcestruzzo quando ci siamo conosciuti – racconta Dussin -. Io vivo ancora in Mozambico, ogni tanto ci davamo appuntamento in Italia per passare una giornata insieme con le rispettive fidanzate. Sono vicino a Emma, la sua ragazza. Ai suoi genitori e ai suoi nonni, a cui era tanto affezionato. In questo momento vorrei solo ringraziarlo, perché mi ha aiutato in tanti momenti difficili”. “L’ho appena saputo – accenna Daniele Berti, forlivese, sotto shock -. Lo conoscevo da nove anni, era un mio grande amico”.