REDAZIONE RAVENNA

Appropriazione indebita, De Carli a processo

L’esponente del Popolo della Famiglia nei guai per una Fiat 500 presa a noleggio. Tra una settimana davanti al giudice

Dal piccolo cabotaggio al lungo corso: di politici rimasti invischiati in grane giudiziarie, ce ne sono stati molti altri prima di lui e probabilmente ce ne saranno tanti altri ancora a seguire. Lui insomma non è né il primo né l’ultimo: e tuttavia la vicenda penale che ha interessato Mirko De Carli, esponente 37enne del Popolo della Famiglia, è davvero singolare a partire dall’oggetto del contendere: una Fiat 500 presa a nolo. Per proseguire con la somma pagando la quale il nostro probabilmente incasserebbe una remissione di querela con tanto di pronuncia del giudice per un ’non doversi procedere’: 7.000 euro circa.

Certo: non gli spiccioli del caffè che tintinnano nelle tasche ma nemmeno una cifra da mutuo ventennale. Il problema è che il De Carli, sia secondo quanto lamentato dalla legale rappresentante dell’autonoleggio (una srl con sede a Sala Bolognese) che quanto sintetizzato dal pm titolare del fascicolo (Antonio Vincenzo Bartolozzi) in chiusura d’indagine, non ha mai pagato a fronte delle varie rassicurazioni a provvedere. Non lo ha fatto nemmeno quando il gup Corrado Schiaretti all’udienza del 25 febbraio scorso aveva concesso alle parti - l’avvocato Giorgio Vantaggiato per la difesa e l’avvocato Ivanoe Danilo Grazian per la parte offesa - un termine fino a primavera affinché il politico ravennate provvedesse.

Ma alla seconda udienza preliminare, ancora niente: inevitabile il rinvio a giudizio del nostro il quale venerdì davanti a un giudice monocratico si ritroverà dunque imputato per appropriazione indebita per quella Fiat noleggiata e mai pagata. L’azienda gli chiede 5.000 euro tra canoni non versati e costi di riparazione per piccole ammaccature più altri 2.000 euro di spese legali.

De Carli, che nel sito del Popolo della Famiglia viene indicato quale intermediario assicurativo per aziende, è arcinoto sull’intero territorio provinciale per il suo impegno politico che lo ha portato a diventare consigliere comunale a Riolo Terme, comune dove nel 2017 aveva corso per la poltrona da sindaco, e consigliere nazionale Anci, l’associazione nazionale comuni d’Italia. Se le sue posizioni politiche sono chiare, decisamente meno decifrabile è la ragione per la quale non abbia finora risolto il grattacapo penale.

La vicenda, come si può dedurre dalla sintesi offerta nei documenti vergati dalla procura, si era innescata con l’affitto di quella 500 che, da contratto, avrebbe dovuto essere restituita il 9 gennaio 2020. E invece no: la vettura era rimasta nella disponibilità dell’imputato per vari mesi, finendo forse a San Giovanni in Persiceto. Del resto, come lasciano intuire le comunicazioni formali tra il De Carli e il legale dell’autonoleggio confluite nel fascicolo del procedimento, la 500 si trovava in un garage del comune bolognese al quale solo il 37enne aveva accesso. Difficoltà legate alla pandemia avrebbero insomma ostacolato la consegna dell’auto nei tempi pattuiti.

Nelle missive il 37enne tra le altre cose faceva però riferimento a un "importo già predisposto" con tanto di integrazione successiva per "sanare la posizione" con la srl. Ma ciò evidentemente non si era mai concretizzato. E così la titolare della srl si era rivolta ai carabinieri.

Andrea Colombari