Archiviata la querela nei confronti delle Albe

A denunciare Marco Martinelli e Ermanna Montanari l’ex sindaco di Brescello per gli spettacoli della compagnia sulla mafia

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ll tribunale di Milano ha archiviato la denuncia per diffamazione che a fine 2018 l’ex sindaco di Brescello, comune in provincia di Reggio Emilia, Ermes Coffrini, aveva sporto nei confronti del testo all’origine dei due spettacoli del Teatro delle Albe, ‘Va pensiero’ e ‘Saluti da Brescello’, sulle infiltrazioni mafiose in Emilia. Al centro della querela erano finiti Marco Martinelli, regista e drammaturgo della compagnia ravennate, autore del testo, l’attrice Ermanna Montanari, difesi dagli avvocati Danilo Manfredi e Albert Pepe, e Marco Belpoliti, ‘reo’ di aver pubblicato il testo sul sito Doppio Zero (difeso dall’avvocato Alberto Mittone di Torino). ’Va pensiero’ aveva portato in scena le vicende, ispirate ai fatti di Brescello, di un Comune coinvolto da infiltrazioni mafiose. ‘Saluti da Brescello’ invece raccontava la storia di Donato Ungaro, vigile urbano di Brescello con la passione per il giornalismo che nel 2002 fu improvvisamente licenziato dal sindaco Ermes Coffrini. Il giudice ha escluso qualunque rilevanza penale nei contenuti del testo, sottolineando non solo che i fatti narrati non vengono rappresentati come realmente accaduti, ma anche che il linguaggio utilizzato, sebbene caustico, non eccede in insulti o espressioni volgari. "Sono contento, perchè è il segno che il teatro continua a essere inquietante per certi poteri" dice Marco Martinelli.

Era preoccupato di come potesse andare a finire?

"Nell’ultimo mese abbiamo aspettato immaginando anche di dover andare a processo, non potevamo escluderlo. Lo avremmo fatto con serenità, ma siamo ovviamente felici che sia andata così. Diciamo che giustizia è stata fatta. Ermanna poi non sarebbe stata coinvolta perché era stata querelata per errore, dal momento che non ha partecipato alla stesura del testo".

Lei ha sempre dichiarato di essere tranquillo rispetto a questa querela.

"Quello che avevo scritto trova riscontro negli atti giudiziari, sulla stampa. Il giudice ha dichiarato che il testo non contiene insulti, né offese sul piano personale. La mia era una valutazione politica, parliamo di satira, ancora possibile in questo Paese".

La denuncia nei vostri confronti era molto dura.

"Mi ha colpito l’accanimento e l’assurdità di certe affermazioni. Coffrini ha continuato a ripetere che non è vero che a Brescello c’è la mafia. Stiamo parlando del primo Comune dell’Emilia Romagna commissariato per infiltrazioni mafiose".

Gli spettacoli sono andati in scena prima a Ravenna. La querela però è arrivata dopo.

"Sì, dopo la tappa di Reggio Emilia. Tra l’altro prima ancora di essere depositata Coffrini spedì lettere ai singoli teatri perché non ospitassero lo spettacolo".

Vi era capitato in passato una situazione del genere?

"Avevamo affrontato una situazione delicata quando andammo a Lamezia Terme con il progetto della ‘Non scuola’. Invece mentre lavoravamo allo spettacolo su Pantani ci contattò più volte uno dei medici di Madonna di Campiglio, intimandoci di non citarlo".

E come è andata a finire?

"Abbiamo lasciato tutto com’era, comprese le sue dichiarazioni tratte, peraltro, dagli atti giudiziari. E lui non ha fatto niente".

Annamaria Corrado