Armani, Prada, Gattinoni Ecco l’Archivio Mazzini

Ieri solo nelle prime tre ore di visita in 200 hanno partecipato alla Giornata Fai a Massa Lombarda alla scoperta degli storici ’pezzi’ di moda. Oggi si replica.

Armani, Prada, Gattinoni  Ecco l’Archivio Mazzini

Armani, Prada, Gattinoni Ecco l’Archivio Mazzini

Oltre 200 persone, soltanto nelle prime tre ore di visita, hanno colto la possibilità di entrare ieri nell’Archivio di ricerca Mazzini di Massa Lombarda, aperto in occasione delle Giornate di Primavera del Fai. Le visite esclusive e guidate continueranno anche nella giornata di oggi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. "Le persone erano già in fila alle 9,30, mezz’ora prima dell’apertura – spiega Efrem Bardelli, responsabile del gruppo lughese del Fai inserito nella Delegazione di Ravenna –. Ci aspettavamo molta partecipazione ma quella ottenuta va oltre le nostre aspettative". Raccolti su una superficie di 6.000 metri quadrati, nel capannone di via Castelletto 112, i 500.000 pezzi contenuti e disposti su tre livelli, sono i testimoni più autorevoli della storia della moda del Novecento e dei giorni nostri. Nato dalla passione di Attilio Mazzini, l’Archivio ha iniziato a formarsi 40 anni fa, con i primi modelli selezionati e raccolti. Poi, pian piano, l’attività di scoperta si è estesa fino ad arrivare alle dimensioni odierne che rendono il luogo di ricerca l’unico ed il più importante in Europa. E’ al suo interno che gli uffici stile delle grandi case di moda si documentano e prendono spunto analizzando abiti, calzature, borse e accessori di ogni genere. Alcuni abiti vengono anche "prestati", ma ad un gruppo ristretto di case di moda e mai indossati. Ad accogliere i visitatori, oltre al vaso in ceramica di Bertozzi e Casoni, conteso da Elton John che lo voleva nel suo salotto, c’è l’abito che le Sorelle Fontana di Roma idearono come divisa femminile per una compagnia aerea africana. Il progetto non andò in porto e quindi il modello è unico come buona parte delle creazioni più esclusive. Fra le decine e decine di abiti sistemati nelle grucce, l’Archivio mette in evidenza le proprie perle contornate da opere d’arte in ceramica ma anche da antichi giocattoli e pezzi di arredo.

E così lo scrigno rivela alcune delle più interessanti ed esclusive creazioni di Domenico Dolce, di Yves Saint Laurent, di Vivienne Westwood, di Prada, passando dallo stile elegante ma discreto di Armani a quello più colorato e dinamico di Versace, i cui tessuti metallici si resero "colpevoli" di scottare Ornella Vanoni durante un concerto, dopo essersi surriscaldati sotto ai riflettori.

Tutti aneddoti raccontati durante la visita guidata.

Poi la classe di Valentino, in compagnia di modelli firmati Ungaro e Gattinoni e la moda "smontata" e ricostruita di Margela. Un viaggio fra decenni di stili diversi, che parte dal mondo femminile e approda in quello maschile, al quale appartiene la giacca ispirata a un dipinto di Mirò, prestata ai Musei di San Domenico di Forlì nell’ambito della mostra ’L’arte della Moda’. Il pubblico coinvolto nelle visita condotta dagli apprendisti ciceroni dell’Accademia d’arte di Ravenna, non può che ammirare stupito quando è conservato. "Peccato che gli abiti non si possano provare" è il commento più frequente.

Monia Savioli