Arrigo Sacchi scivola e si rompe una spalla

L’incidente è successo a Milano Marittima sabato scorso: "Ero al telefono – racconta l’ex ct –. Ringrazio i sanitari del Pronto soccorso"

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"Non è questione di essere un personaggio noto e aspettarsi un trattamento speciale, ma di trascorrere ore di un sabato sera al Pronto soccorso dell’ospedale Bufalini di Cesena e constatare quanto sia importante poter fare i conti con l’umanità e l’attenzione che il personale sanitario rivolge a tutti coloro che chiedono aiuto. A partire dalle persone più anziane, che rischiano di sentirsi spaesate in un contesto certamente non piacevole e durante le ore più tarde. Per questo ho deciso di raccontare la mia vicenda: per far sapere che la buona sanità è decisamente un valore aggiunto per la comunità. E come tale merita un plauso". A parlare è l’allenatore calcistico Arrigo Sacchi, un palmares di successi che non teme confronti, indelebilmente legato alle imprese del Milan, nonché ex ct azzurro. Questa volta però il tecnico non discute di moduli o di tattica, ma di un aspetto della vita che nella normalità dei casi resta – giustamente –chiuso nella sfera privata. Sabato scorso Sacchi si era goduto il derby della Madonnina da Milano Marittima, insieme a un nutrito gruppo di tifosi rossoneri. "Terminato l’incontro – racconta Sacchi –, ero al telefono con un giornalista che mi chiedeva una valutazione sulla partita. In quel momento mi trovavo su una scaletta e purtroppo sono scivolato. Vedendo che perdevo l’equilibrio, ho cercato di ripararmi con un braccio, per evitare danni peggiori, ma in effetti non è andata molto bene, visto che mi sono fratturato una spalla". A quel punto Sacchi ha fatto ricorso alle cure dell’ospedale Bufalini di Cesena: "Quando sono arrivato, intorno alle 21, avevo davvero male. Sono però stato subito accolto dai sanitari che hanno svolto al meglio il loro lavoro. Posso dirlo prima di tutto sotto il profilo clinico, ma allo stesso tempo sotto quello umano, che non è affatto secondario. Se mi hanno riconosciuto? Sì, ho firmato qualche autografo… Il punto però è che questo modo di porsi non era riservato ad Arrigo Sacchi, ma a tutti coloro che erano in Pronto soccorso. Quando provi dolore e varchi la porta di una struttura sanitaria, magari in un orario inconsueto, essere trattato con attenzione, rispetto e cortesia vale tanto. E chi lavora al pronto soccorso di Cesena lo fa".

Il noto allenatore è rimasto alcune ore, uscendo intorno all’una di notte: "Ho colto grande disponibilità anche quando ho informato i medici che per il seguito delle cure mi sarei rivolto al medico specialista che mi segue da tempo, il dottor Porcellini di Forlì. Tutto lo staff si è detto pronto a collaborare per ogni aspetto necessario. In queste ore vedrò il da farsi e lo farò rinfrancato dal fatto di aver assistito a un bell’esempio di sanità che funziona".

Luca Ravaglia