Assolti dallo stupro, la Procura fa appello

Il pm Angela Scorza ha depositato il ricorso con cui chiede alla corte di Bologna di annullare la sentenza di primo grado

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Va escluso “con certezza“ che la ragazza “al momento del rapporto sessuale fosse lucida” o che i due imputati “non avessero compreso lo stato in cui si trovava”. Anzi, loro hanno approfittato “del fatto che si trovasse inerme e inebetita sul divano, priva di forza di comprendere e di reagire”.

A stretto giro rispetto al deposito delle motivazioni, il pm Angela Scorza titolare del fascicolo, ha depositato il ricorso con cui chiede alla corte d’appello di Bologna di annullare la sentenza di assoluzione pronunciata l’8 febbraio scorso per i due giovani imputati di violenza sessuale di gruppo per induzione con abuso delle condizioni della vittima, una ragazza all’epoca neomaggiorenne reduce da una serata decisamente alcolica. Si tratta di un 30enne di origine romena, che aveva avuto il rapporto con la giovane, e di un 31enne di origine senegalese, che aveva filmato tutto incoraggiando l’amico. Per i due la procura aveva chiesto 9 anni di reclusione a testa ma il collegio penale del tribunale li aveva assolti “perché il fatto non costituisce reato”: una decisione che aveva scatenato un’ondata di polemiche culminate in un corteo fin sotto al tribunale.

La vicenda risale alla notte tra il 5 e il 6 ottobre 2017 quando la giovane, dopo avere bevuto diversi alcolici in un locale del centro, era stata accompagnata a spalla fino a un appartamento dove, dopo docce, caffè e conati, si era verificato il contestato rapporto. Secondo il ricorso, il fatto che non possa ritenersi provata la mancanza di consenso della 18enne o la consapevolezza degli imputati sullo stato della sua alterazione - come ha scritto il tribunale -, rappresenta “conclusione sconcertante” dato che “contraddice radicalmente gli elementi di prova” emersi. A partire dalla testimonianza della stessa 18enne “sulla cui attendibilità il collegio non ha sollevato dubbi”. In particolare “le sue dichiarazioni rispecchiano lo stato confusionale nel quale si trovava a causa dell’ingente quantità di alcol ingerito”. Per il pm si tratta di “dichiarazioni coerenti e non stimolate da astio e rancore”.

Questo aveva detto: mi sentivo proprio immobile, paralizzata, un morto proprio, non capivo niente, mi sentivo tirare, sentivo la sensazione di qualcuno che aveva il rapporto con me, ma solo quello, non ero in me…di lui che mi penetrava. E ancora: io vedevo la faccia di lui sopra la mia, quindi era sopra di me. In primo un momento sentivo delle voci e delle figure che si muovevano, ma non erano chiare. Dopo ho visto, non so in che momento, un’amica e l’altro imputato che filmava. Una testimonianza che per il pm “esclude la lucidità” della giovane al momento del rapporto. Ulteriore dimostrazione arriva dal fatto che, dopo la doccia, la 18enne “veniva fatta stendere sul divano” e una testimone “si preoccupava molto proponendo di chiamare un’ambulanza”. Il pm ha qui rilevato che “stupisce e spiace che il collegio non abbia speso una sola parola per descrivere lo stato della ragazza e i comportamenti denigratori dei presenti: il filmato documenta che si trova rannicchiata sul piatto della doccia in inconfutabile incoscienza, indifesa, mentre” il romeno “sghignazzando la bagna con l’acqua fredda e gli altri ridono”. Una immagine “raccapricciante che esprime difficoltà e sopraffazione”. E cioè, “diversamente da quanto sostiene il tribunale, è una scena che non suggerisce il tentativo di aiutarla a riprendersi”.

Sempre video alla mano, il pm non ravvisa nemmeno l’approccio seduttivo attribuito da alcune testimonianze alla 18enne (tipo “mettersi a cavalcioni” sul romeno, “baciarlo sul collo e invitarlo a fare sesso”). Chi avesse avuto occasione di vedere quelle immagini, avrebbe invece visto questo: “Il filmato si apre mostrando la ragazza su un divano addormentata. E’ stesa supina, completamente passiva in quanto, al di là dei movimenti automatici e inconsapevoli – mani su viso e natiche del romeno – il suo volto è palesemente inespressivo, lo sguardo rimane fisso tutto il tempo, il capo oscilla senza controllo o espressione verbale, apatica e inebetiva”. Il romeno all’opposto “guarda compiaciuto” l’amico “che lo sta riprendendo”.

Andrea Colombari