DAMIANO VENTURA
Cronaca

Asta deserta per la Prink: "Ma acquirenti interessati"

Fumata nera per l’acquisto della realtà di Castel Bolognese che vende cartucce. I sindacati però sono fiduciosi in un salvataggio del gruppo e dei posti di lavoro.

La sede Prink al civico 355 di via Emilia Ponente a Castel Bolognese

La sede Prink al civico 355 di via Emilia Ponente a Castel Bolognese

L’asta di acquisto della Prink, realtà territoriale molto conosciuta anche a livello nazionale per la vendita di cartucce, toner, stampanti e sistemi per l’automazione dell’ufficio, è andata deserta. Tuttavia le speranze di un salvataggio dell’azienda e di tutti i posti di lavoro non sono ancora del tutto tramontate. A riferire di un possibile epilogo positivo per la Prink Spa e per il gruppo di imprese collegate tra cui Aqa Srl, Colorclub.it, Fotoprint distribuzione Srl e Iriparo Srl, che hanno sede a Castel Bolognese, sono le stesse organizzazioni sindacali che hanno seguito le vicende. Nei mesi scorsi l’apertura della cassa integrazione per i dipendenti, e l’avvio della procedura di liquidazione giudiziale avevano suscitato apprensione sul territorio, soprattutto, ma non solo, per le decine di persone alle dipendenze dell’azienda. Azienda che era stata ammessa alla regolazione della crisi e dell’insolvenza a dicembre scorso, per cui il Tribunale civile di Bologna aveva fissato per il 10 febbraio il termine per la presentazione del piano o della proposta d’acquisto.

Le cinque aziende erano state messe in vendita con un prezzo di partenza fissato in 2,65 milioni, il 6 febbraio però l’asta è andata deserta. Si auspicava in quel frangente che una cordata di acquirenti, con a capo la ditta Cewa, si sarebbe fatta avanti. L’azienda in questione tuttavia avrebbe convenuto, dopo analisi più attenta, che non sarebbe più convenuta l’acquisizione. La Cewa, in particolare, si sarebbe fatta carico dell’acquisto, "inizialmente l’affitto, del ramo d’azienda con l’intenzione poi di procedere con l’acquisizione" rilevano le rappresentanze sindacali. Ipotesi che quindi è sfumata nel momento in cui all’apertura delle buste non era risultata alcuna offerta. Saranno ora il giudice delegato della procedura di liquidazione giudiziale, Pasquale Liccardo, e i curatori Pietro Stefanetti e Pasquale Asteriti ad esprimersi.

"Stando a quanto riferito – spiega Tecla Andreola della Filcams Cgil –, l’intenzione è quella di preservare i posti di lavoro e probabilmente sussistono elementi per cui la liquidazione non sarà esecutiva". Uno di questi è l’attivazione dell’esercizio provvisorio. La data dell’udienza è stata fissata per il 18 giugno, termine entro il quale "o si vende o diventerà esecutiva la liquidazione giudiziale – prosegue Andreola –. Ma abbiamo incontrato i curatori e hanno detto che c’è una rosa di nomi che sarebbero interessati. In generale abbiamo visto molto ottimismo. Ci sono regole ora all’interno delle quali è possibilissimo che l’azienda venga venduta. Anche perché i negozi continuano a lavorare e i dipendenti anche, sebbene sia stata attivata la cassa integrazione. Ci sono quindi buone possibilità di mantenere tutti i posti di lavoro". D’altronde Prink è una realtà imprenditoriale importante e continua ad avere un retail "che interessa a tanti". All’ultimo stato sono circa 42 le persone che continuano a lavorare nella sede di Castel Bolognese. Nel 2022 Prink contava 280 dipendenti ed un fatturato consolidato di 81 milioni sull’anno 2021.

d.v.