Vaccino Astrazeneca poi Pfizer. A Ravenna "I calendari vanno rivisti"

La vaccinazione eterologa costringe i medici a riorganizzare gli appuntamenti. E alcuni utenti, rimasti fuori, vengono rinviati per i richiami ai centri dell’Ausl

Vaccini

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Ravenna, 17 giugno 2021 - Prima dovevano essere multipli di 11, ora di 6. Le vaccinazioni eterologhe (ovvero la somministrazione di un vaccino a mRna come seconda dose in seguito alla prima dose con AstraZeneca) hanno scombinato tutti i calendari, specialmente per chi lavora su piccoli numeri come i medici di base: e così gli appuntamenti hanno dovuto essere riorganizzati, e alcuni utenti rinviati al centro vaccinale dell’Ausl. Cambiare siero, infatti, porta con sé altri problemi: perché in una confezione di AstraZeneca ci sono 11 dosi, mentre in una di Pfizer 6. Ciò significa che per ogni vaccinazione con AstraZeneca il medico deve assicurarsi che sia presente un numero di pazienti multiplo di 11, oppure di 6 nel caso di Pfizer. Ma a causa delle nuove disposizioni sulla vaccinazione eterologa si sono scompigliate le carte, e così per i richiami i numeri multipli organizzati dai medici per le prime dosi non tornano più.

È il caso , ad esempio, di un’insegnante 63enne che scrive: "Lo scorso marzo ho ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca, somministrata dal mio medico di base. Il richiamo (con lo stesso vaccino, dal momento che ho più di 60 anni) è fissato per venerdì prossimo, 18 giugno. Oggi, ad appena due giorni dalla prevista somministrazione, ho ricevuto una telefonata dal mio medico, il quale mi ha comunicato di non poter eseguire l’inoculazione prevista: mi ha spiegato di non poter utilizzare un flacone pluri-dose di AstraZeneca per vaccinare un’unica persona". Il medico ha spiegato alla donna di aver contattato l’Ausl per farla vaccinare al Pala De Andrè, ma il tempo del richiamo stringe: "Spero di essere contattata nelle prossime ore".

Il problema è in primis per i medici, che devono rivedere gli appuntamenti: "Io ho 22 insegnanti a cui fare il richiamo, di cui un solo over 60 a cui è destinato AstraZeneca – spiega Stefano Falcinelli, presidente dell’Ordine dei medici e medico di base –. Ho inviato una mail all’Ausl con tutti i suoi dati e la richiesta di vaccinazione urgente, perché sono passate già 12 settimane dalla prima dose, ovvero il massimo. Il fatto è che avevamo calcolato 22 pazienti, in modo da usare esattamente due flaconi di AstraZeneca, ma ora abbiamo dovuto cercare altri pazienti per arrivare a 24, dal momento che ogni flacone di Pfizer contiene 6 dosi. A noi viene richiesto di non sprecare neanche una singola dose, e quindi facciamo i salti mortali.

Ed è chiaro che a livello nazionale l’organizzazione è stata gestita male: le informazioni sono arrivate in maniera tardiva e contraddittoria". Del resto tutti i medici sentono, chi più e chi meno, questo problema organizzativo: "Se non si utilizza tutto il flacone entro 48 ore è da buttare, quindi il problema c’è – dice Rino Spazzoli, medico di base a Mezzano –. Nella nostra medicina di gruppo abbiamo già fatto le seconde dosi a tutti gli insegnanti, ma ho sentito diversi colleghi parlarne e il problema esiste. Proprio lavorare in gruppo ci ha aiutato, perché abbiamo messo insieme i pazienti. Se mi fossi mosso singolarmente avrei fatto fatica a rientrare in quei numeri". Nei casi come quello dell’insegnante 63enne è l’Ausl a intervenire: i medici infatti inviano all’azienda sanitaria l’elenco degli utenti (comprensivo di numero di telefono) che, per questi motivi organizzativi, non possono essere vaccinati in ambulatorio. È poi l’Ausl a ricontattare i singoli utenti, che devono presentarsi il giorno dell’appuntamento con la certificazione relativa alla prima dose ricevuta. sa.ser