Attacchi di lupi ad aziende agricole e allevamenti: strage di anatre e oche a ’La Saracca’ di Conselice, sbranate pecore gravide a Casola Valsenio

Si susseguono, nel territorio provinciale, le segnalazioni di attacchi di lupi ad animali situati in aziende agricole e in allevamenti. Le ultime sono giunte da Conselice e da Casola Valsenio. Come denuncia la Coldiretti, nella notte tra domenica e lunedì scorsi un branco di lupi sarebbe entrato in azione a Conselice, facendo strage, di anatre e oche nell’azienda ’La Saracca’ in via Don Minzoni. "Sono preoccupato – afferma Marco Passardi, contitolare dell’azienda – non solo per il danno economico subito, con 18 volatili uccisi,ma anche perchè la nostra impresa è a due passi dal centro del paese e il lupo non sembra temere la presenza dell’uomo. C’è da rilevare, infatti – aggiunge la Coldiretti – come gli attacchi di lupi, anche in questo caso accertato dai veterinari della Ausl che hanno eseguito il sopralluogo in azienda, stiano avvenendo con più frequenza anche in pianura. Sarebbero, infatti, tre, compreso quello ai danni dell’azienda agricola La Saracca, gli episodi accertati sul territorio comunale.

Oltre alla difficoltà per ottenere i risarcimenti, afferma Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Ravenna "e per ottenerli congrui, dato che i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, c’è da rilevare la difficoltà nel prevenire tali attacchi e più in generale gli assalti della fauna selvatica. Nonostante gli investimenti in prevenzione sostenuti da allevatori e agricoltori, dai recinti alle recinzioni fino ai dissuasori acustici e ai cani da guardia, i predatori riescono comunque a penetrare e a far strage di animali e raccolti".

L’altra segnalazione è giunta, tramite la Cia Romagna, da Casola Valsenio, come afferma Stefania Malavolti, coordinatrice di ’Donne in campo’ di Cia Romagna, che nei giorni scorsi ha trovato numerosi capi del suo allevamento di ovicaprini uccisi dall’incursione di lupi. "Sono state uccise pecore gravide, tutte con grosse ferite al collo e alcune anche sventrate. L’assurdo – racconta Stefania Malavolti – è che poco o nulla è stato consumato dal predatore, quindi fa pensare che non sia stato tanto per fame, quanto per istinto. Sicuramente non si è trattato di un lupo solitario bensì di un branco. Dopo una ricognizione attorno al pascolo e nei terreni dell’azienda le orme ben visibili, ora che il terreno è umido, sono moltissime".