"Attento Nanni, lo Zingaro ti vuole morto"

In carcere il presunto mandante dell’omicidio della moglie Ilenia Fabbri ha ricevuto una lettera anonima, al vaglio la credibilità

di Andrea Colombari

"Si è costruito un coltello e il giorno del processo a Ravenna in corte d’assise ti vuole accoltellare". La lettera è anonima. Tuttavia chi l’ha scritta, non solo deve conoscere bene gli spazi sia carcerari che del tribunale: ma anche i diretti protagonisti del caso. O almeno di loro deve avere seguito le ultime notizie di stampa secondo le quali la procura ha chiuso l’indagine sull’omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne massacrata il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, con la richiesta di un giudizio immediato (cioè subito a dibattimento senza udienza preliminare). Il che significa che il gip a breve notificherà alle parti il decreto che, oltre al capo d’imputazione, contiene pure la data di avvio del processo: in corte d’assise a Ravenna appunto.

Ed eccoci giunti alla missiva dell’anonimo recapitata giusto pochi giorni fa nel carcere ravennate dove il meccanico 54enne Claudio Nanni, inquadrato dalla procura quale mandante del delitto della moglie da cui si era separato, si trova dal 3 marzo scorso. Co-imputato è il 53enne Pierluigi Barbieri, alias ‘lo Zingaro’, di origine cervese ma ultimamente domiciliato nel Reggiano e ora in carcere a Forlì in quanto esecutore materiale del delitto, come da lui stesso confessato in maniera più che dettagliata prima in tribunale davanti al gip Corrado Schiaretti e al pm Angela Scorza e poi in questura davanti agli inquirenti. Ed eccoci arrivati alla lettera dell’anonimo secondo la quale Barbieri avrebbe già in mente di fare fuori Nanni con un rudimentale coltello meticolosamente ricavato da una scatoletta di tonno. Non che Barbieri manchi di determinazione: e i precedenti a suo carico lo dimostrano (nella stessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, il gip lo aveva descritto come picchiatore su commissione).

Ma è chiaro che la catena di custodia carceraria italiana – ammesso ma non concesso che qualcuno in astratto voglia chiarire con il Nanni - non è quella di un Paese del terzo mondo: colpire un imputato, e farlo durante un processo, è sulla carta impresa fuori dalla portata terrestre. L’anonimo tuttavia ha dimostrato di conoscere i luoghi descrivendo nella sua lettera – giunta lunedì scorso nella mani dell’avvocato Francesco Furnari, legale di Nanni – tre cellette trasparenti: ed è effettivamente la situazione dell’aula della nostra corte d’assise (le pareti sono in vetro antisfondamento): "Siccome durante il processo ti troverai tre gabbie a vista – consiglia l’anonimo al Nanni – fatti mettere in una gabbia separata perché altrimenti lui ti fracassa di botte anche durante il processo". L’anonimo riferisce poi al meccanico manfredo che Barbieri sarebbe in special modo pronto a colpirlo nelle pause del dibattimento, anche nelle stanzette che introducono all’aula. E sarebbe inoltre già riuscito a prendere contatti con criminali ora in carcere a Ravenna per arrivare al Nanni attraverso interposta persona.

La lettera si chiude con epiteti sia nei confronti del difensore del 54enne che di quelli della figlia di Nanni, Arianna. Il legale del meccanico ha già comunicato alla procura l’arrivo della missiva in questione per la quale, a breve, seguirà formale denuncia contro ignoti.