Aula della scuola ‘Sarti’ intitolata al liutaio Ruffilli

Per l’occasione il figlio Stefano ha mostra un violino realizzato dal padre Amleto in omaggio alla città di Faenza

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Dall’ebanisteria di Amleto Ruffilli spunta fuori il violino Faenza. Nel Novecento in città ha operato un’importante attività artigianale conosciuta in tutta Italia, l’ebanisteria Casalini, poi bombardata durante la seconda guerra mondiale. Tra gli artigiani che vi lavoravano c’era anche un esperto intagliatore, Amleto Ruffilli. L’ebanisteria negli anni ’50 chiuse e Ruffilli decise di mettersi in proprio. "Mio babbo – racconta il figlio Stefano – aveva una grande passione per la musica. Quando ancora era ragazzino la casa nella quale abitava con i suoi genitori venne colpita durante i bombardamenti e lui fu costretto, assieme ai genitori, di trovare riparo in una casa di parenti a Sarna. Una notte, armato di una sega, tornò in casa e da una trave del tetto crollato ricavò un grosso pezzo di legno dal quale realizzò il suo primo violino". Malgrado per mestiere e per mantenere la famiglia abbia sempre fatto il falegname Ruffilli, oltre alla musica, coltivava l’amore per la poesia e la pittura. Oltre a frequentare la scuola di musica Sarti, è stato un apprezzato pittore, discepolo di Francesco Nonni che lo usava moltissimo per alcuni suoi dipinti. "Tra i tanti lavori realizzati – continua il figlio Stefano – a mio babbo venne commissionata una scrivania usata dal terzo presidente della Repubblica italiana, Giovanni Gronchi, un biliardo poi regalata all’allora presidente della Francia, Charles de Gaulle e una scrivania per l’ex scià di Persia, Reza Pahlavi".

Ma la vera passione di Amleto è sempre stata la musica. "I violini, le viole, i violoncelli realizzati da mio babbo – continua il figlio – venivano apprezzati e venduti per orchestrali di tutto il mondo, dal Giappone all’Australia". Tra i tanti strumenti musicali costruiti anche una preziosissima ‘chitarra Lira’. Recentemente il figlio Stefano si era rivolto all’amministrazione comunale di Faenza affinché nella nuova sede della scuola di musica Sarti una sala venisse intitolata al padre, come già lo era nella precedente sede di via Santa Maria dell’Angelo. Ieri mattina alla scuola di musica Sarti, nel complesso degli ex Salesiani, alla presenza dell’assessore all’istruzione Martina Laghi, del sindaco Massimo Isola e del direttore della Sarti, Donato D’Antonio la nuova targa, recentemente apposta sull’aula docenti, è stata presentata a Stefano Ruffilli. E in quell’occasione il figlio del liutaio ha mostrato ai presenti uno strumento musicale realizzato dal padre nel 2004: il violino Faenza, con la particolarità di avere nel manico al posto del tradizionale ‘ricciolo’ la testa di un leone simbolo della città manfreda. "Lo strumento – spiega Stefano – è stato costruito in un’occasione speciale. In quegli anni era arrivata voce che la commissione apposita volesse attribuire a mio padre l’onorificenza di Faentino sotto la Torre e mio babbo, per non farsi trovare impreparato, pensò di realizzare un violino dedicato alla città da mostrare nel corso della cerimonia. L’onorificenza purtroppo non arrivò e così il violino Faenza è rimasto in nostro possesso. Sarà uno dei pezzi, assieme alla famosa ‘chitarra Lira’, al violino personale e a un violoncello, che conserverò per sempre".