"Aumento dei casi, va mantenuta attenzione"

Il punto della direttrice del dipartimento di Sanità e Igiene pubblica dell’Ausl Romagna, Raffaella Angelini: "Ma gli ospedali non preoccupano"

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Proprio quando pensi che se ne sia andato, eccolo tornare con una nuova veste. Il Covid non è sparito, anzi: ultimamente ha fatto registrato un leggero aumento dei casi. Niente di preoccupante, ma di certo si tratta di un risvolto inatteso dopo il picco di gennaio. Non solo, ma la variante Omicron ha già sviluppato due nuove sottovarianti: Omicron 2 e 3. Raffaella Angelini, direttrice del dipartimento di Sanità e Igiene pubblica dell’Ausl Romagna, non ha perso d’occhio i movimenti del virus.

Angelini, anche nel nostro territorio c’è un aumento di casi?

"Purtroppo sì. Eravamo in calo già da diverse settimane, invece quella che si è conclusa domenica ha visto un aumento. Non enorme, ma è un aumento: da 4.000 casi a settimana in Romagna siamo arrivati a 4.500".

Come mai secondo lei?

"Penso che sia perché con la guerra le persone non sentono più parlare del virus nelle prime notizie del tg. C’è la sensazione che tutto si stia risolvendo e l’illusione che Omicron non sia grave. Io stessa ieri sera ero al cinema e ho visto tante persone in sala che non indossavano correttamente la mascherina Ffp2 obbligatoria, eppure quando le misure di legge si attenuano quelle individuali dovrebbero essere più forti. Siamo tutti un po’ stanchi e la guerra ha spostato l’attenzione, ma il Covid non è finito".

L’aumento dei casi sta avendo un impatto sugli ospedali?

"No, negli ospedali il Covid sta ancora calando. E forse non ci saranno aumenti in quel contesto, ma va detto che c’è sempre una latenza temporale tra l’aumento dei casi sul territorio e quello dei ricoveri".

Il 31 marzo nel frattempo dovrebbe terminare lo stato d’emergenza. Cosa ne pensa?

"Un conto è lo stato d’emergenza, un altro sono le misure che i cittadini devono rispettare. Ancora non sappiamo cosa sarà in vigore dopo il 31 marzo. Ogni allentamento delle misure viene interpretato erroneamente come un ‘liberi tutti’, mentre dovrebbe essere il contrario".

Secondo lei sarebbe prematuro togliere le mascherine al chiuso?

"Io non smetterò di usarle. A livello clinico serve ancora attenzione. Senza panico, occorre avere quel minimo di attenzione per proteggere se stessi e gli altri".

Le quarte dosi per ora vengono somministrate solo agli immunodepressi. Pensa che sarà necessario estendere la platea?

"È un po’ prematuro fare previsioni, dopo l’estate si valuterà. Ci sono porzioni di popolazione più fragili, forse verranno somministrate agli anziani, ma ora non ci sono certezze".

Veniamo ai non vaccinati. Il vaccino Novavax ha portato cambiamenti?

"No. Qualcuno si è vaccinato ma è una minoranza, Novavax non ha modificato le percentuali generali".

Pensa che sarà necessario ‘aggiornare’ i vaccini in base alle varianti?

"Noi tuttora usiamo il vaccino creato sulla base del virus di Wuhan, che da allora è mutato molte volte. Sicuramente un conto è una quarta dose con lo stesso vaccino, altra storia è una nuova dose con un vaccino diverso, basato sulle varianti. Ma per il momento questo vaccino ‘aggiornato’ non c’è, quindi parliamo in astratto".

E i bambini? Come va la campagna vaccinale tra i piccoli?

"Nelle zone dove la copertura è più alta si arriva al 30%, una percentuale bassa. Serviva una copertura più alta per limitare la circolazione del virus".

Sara Servadei