Automedica, la risposta dell’Ausl: "Soccorso garantito nei tempi"

Dura replica al sindacato Snami firmata dai direttori dei Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza della Regione: "Il numero di mezzi medicalizzati è superiore a quello di altre province dell’Emilia-Romagna"

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"Il numero di automediche previste con il nuovo riassetto garantisce la medicalizzazione laddove necessaria nei tempi consono. Dire che ’un paese rimane senza ambulanza’ è una vergognosa distorsione della realtà". È una risposta dai toni molto netti quella giunta dall’Ausl firmata dai direttori del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza di Forlì, Faenza, Cesena, Riccione, Rimini, Ravenna e Lugo e in primis, dal dottor Maurizio Menarini, direttore della Centrale Operativa 118 ed emergenza territoriale Romagna. Se vengono toccati molti punti, resta però poco chiaro come sarà concretamente organizzato il servizio di automedica, da ieri ridotto a due soli mezzi per l’intera provincia, uno a Ravenna, l’altro a Cotignola (coprirà Lughese e Faentino). L’auto con medico a bordo – è bene spiegarlo – è un mezzo che affianca le ambulanze in caso di necessità.

L’Ausl Romagna risponde così alle reazioni politiche e soprattutto alla denuncia dello Snami, il Sindacato autonomo dei medici dell’Emilia-Romagna che ha definito la scelta "folle" e lamentato "la scarsa considerazione verso i medici del 118 ormai evidente". Lo scontro Ausl Romagna-Snami va avanti da tempo e il sindacato parla di "clima tossico" e medici "stremati non tanto dal lavoro, ma dal clima aziendale" portati a lasciare il servizio. Lo Snami afferma anche che da pochi giorni lo scontro "è finito anche sul tavolo della magistratura romagnola".

La risposta congiunta dei direttori di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza sottolinea lo sconcerto nel leggere le affermazioni dello Snami ritenute "altamente offensive" e ribadisce "la qualità della risposta fornita in AUSL della Romagna dalle reti di emergenza, pre e intraospedaliere" a partire dalla presenza di infermieri su tutte le ambulanze, definita "caratteristica unica" del sistema 118 Romagna e dei tempi di arrivo dei mezzi di soccorso avanzato "ben al di sotto di quelli richiesti dai livelli essenziali di assistenza per il 118 a livello nazionale".

Tornando alla rimodulazione del servizio di automedica, lo Snami insiste su un punto, la presenza di "un mezzo di soccorso avanzato ogni 60mila abitanti per non oltre 350 chilometri quadrati di territorio" come previsto dalla legge. Per questo definisce "una follia" attivare solo due mezzi di soccorso avanzato per un bacino, come quello provinciale, di 120.000 abitanti. "Il numero di automediche previsto con il nuovo riassetto – spiegano dall’Ausl – garantisce la medicalizzazione laddove necessaria, nei tempi consoni. È pertanto fuorviante il riferimento ad una indicazione di presenza riferita alla popolazione. La qualità di risposta è infatti determinata dai tempi di soccorso e dalla disponibilità di una rete policentrica ospedaliera, come quella dell’Ausl Romagna, in grado di dare risposte in linea con le evidenze scientifiche". L’Ausl sottolinea anche che il numero di automediche, considerando anche l’elisoccorso "è superiore ad altre province della regione".

Entrando nel dettaglio delle attivazioni richieste alle automediche sul territorio oggetto di rimodulazione, "tale numero – sottolinea l’Ausl – non supera i 3 interventi al giorno per ognuna di esse con un intervento medico ogni 8 ore in media, e spesso per interventi che non hanno caratteristiche di reale criticità clinica. Numeri che fanno pensare: i medici operanti in pronto soccorso sono oberati di casi, spesso di elevata complessità, mentre a pochi metri di distanza opera un medico che effettua un intervento ogni 8 ore in media, e soprattutto nelle ore notturne ha un numero di uscite non superiore ad una per notte. È del tutto evidente che già questi dati basterebbero a rivedere il modello. La criticità delle risorse mediche con fuoriuscite mensili di professionisti ha portato a scegliere di comune accordo fra direttori di dipartimento di emergenza, di pronto soccorso e della centrale operativa e la direzione generale, la riduzione delle automediche garantendo la presenza di professionisti medici nei pronto soccorso, in primis quello di Lugo, che attualmente mostra le più evidenti criticità. Nessuno di noi – concludono – si è mai sottratto al confronto e le verità assolute non esistono: come professionisti del servizio sanitario pubblico stiamo operando al meglio delle possibilità. Non possiamo pertanto tollerare oltre attacchi infamanti: continueremo a lavorare forti della nostra professionalità ma chiediamo rispetto da parte di colleghi medici".

Monia Savioli