SARA SERVADEI
Cronaca

Automediche e medici di base. Mancano 121 dottori in provincia. Ecco dove sono le carenze

Le frazioni sono quelle con le difficoltà maggiori, tutti i posti hanno vincoli di apertura. Le ore al momento sono coperte da studenti e specializzandi. La Regione ha indetto un concorso. .

Un’automedica del 118, con personale medico a bordo, in una foto di repertorio

Un’automedica del 118, con personale medico a bordo, in una foto di repertorio

Sono 121 in totale: un numero con cui l’Ausl fa i conti da tempo. Un bollettino ufficiale della Regione mette nero su bianco il fabbisogno di medici di base e dell’emergenza del nostro territorio. E 121 è la somma: 109 sono i medici del ruolo unico di assistenza primaria, ovvero i medici di medicina generale la cui qualifica ora è la stessa anche per la guardia medica. Gli altri 12 sono coloro che mancano nell’emergenza sanitaria territoriale, che lavorano nelle automediche.

Partiamo dai medici di medicina generale. La carenza è nota, così come è noto che a coprire le ore che mancano all’appello sono studenti e specializzandi. Ora il bollettino della Regione mette nero su bianco le carenze zona per zona: ognuna delle 109 posizioni aperte in provincia si accompagna a un vincolo di apertura di uno studio medico in un’area specifica. Per comprendere il sistema è necessario chiarire come è ricavato il numero: un medico ogni 1.200 assistiti (ovvero abitanti dai 14 anni in su) e uno ogni 5.000 in assoluto (perché il ruolo, appunto, comprende anche la guardia medica). Vengono impiegati anche al Cau. In totale nel Comune di Ravenna mancano 40 medici, di cui 17 posizioni con vincoli specifici di apertura di un ambulatorio in un punto carente. Di questi ce n’è uno nel quartiere San Giuseppe, due a Classe, due a Porto Fuori, due a Sant’Alberto, uno a Mezzano, uno a San Pietro in Vincoli, uno a Lido Adriano, uno a Porto Corsini, uno a Fornace Zarattini, uno a Santo Stefano, uno a Savarna, uno nel quartiere di Borgo Montone e due a Savio di Ravenna. Nel territorio di Cervia mancano 12 medici in totale, e per due di loro c’è il vincolo di apertura di uno studio medico a Pisignano. Cinque, invece, le carenze a Russi.

Veniamo al distretto di Lugo, che comprende tutta la Bassa Romagna e dove mancano complessivamente 27 medici: due ad Alfosine, cinque a Bagnacavallo di cui due nella frazione di Villanova, cinque tra Bagnara di Romagna e Cotignola di cui due con vincolo di aprire uno studio a Bagnara, quattro nel territorio di Conselice tra cui uno a Lavezzola e uno a San Patrizio, due a Fusignano e tre tra Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno. Nel comune di Lugo mancano 6 medici di base, tutti nelle frazioni: uno a San Bernardino, uno a San Lorenzo, uno a Ca’ di Lugo, uno a Voltana, uno a San Potito e uno a Bizzuno. Infine nel distretto di Faenza, che comprende i sei comuni della Romagna Faentina, mancano complessivamente 25 medici: 17 a Faenza, due a Brisighella, due tra Casola Valsenio e Riolo Terme di cui uno con vincolo di apertura a Casola Valsenio e infine quattro tra Castel Bolognese e Solarolo.

Alcuni di questi posti vacanti dovrebbero essere coperti dal bando regionale che si è tenuto ad aprile per ricercare queste figure, ma l’Ausl teme che, a causa della generale carenza, il personale che entrerà non sarà sufficienti per tutto il fabbisogno del territorio, anche se migliorerà la situazione. Solo quest’anno andranno in pensione dieci medici di base in tutta la provincia, e l’emorragia va avanti da anni, legata al fatto che la maggior parte di coloro che esercitano la professione sono nati negli anni ’50 e ’60, e si avvicinano quindi alla soglia della pensione che è fissata a 70 anni (ora prolungabile di due anni), mentre è possibile richiedere il prepensionamento già a 62.

Per quanto riguarda i 12 medici dell’emergenza sanitaria territoriale, si tratta principalmente di coloro che operano sulle automediche del 118, e agiscono nei contesti di intervento più gravi. Al momento, vista la generale mancanza di medici dell’emergenza, i professionisti ruotano tra le automediche, il Pronto soccorso e la Medicina d’Urgenza, in modo da non lasciare sguarnito il servizio.

Sara Servadei