"Aviaria, svaniti in un giorno anni di sacrifici"

Parla Paolo Fenati, l’allevatore di Lavezzola nella cui azienda è stata riscontrata l’influenza degli uccelli: soppressi quasi mille volatili

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Sono complessivamente un migliaio i volatili soppressi nella azienda ‘Fenati’, realtà a conduzione familiare in via Bastia a Lavezzola. Un allevamento attivo da tre generazioni, che ospita, oltre a volatili da cortile, molte specie pregiate e protette dal Cites (Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora minacciate d’estinzione), nonché dalla Fiav (Federazione italiana delle associazioni avicole). A ricevere la comunicazione del provvedimento era stato, mercoledì scorso, il titolare Paolo Fenati. I test avevano infatti confermato l’infezione da influenza aviaria riscontrata in una delle anatre (situate all’esterno dell’allevamento) che lo stesso Fenati, dopo averle fatte campionare dall’Ausl, avrebbe dovuto esporre in occasione di Agriumbria. Volatile che è appunto risultato positivo al virus influenzale dell’aviaria.

L’abbattimento del pollame, iniziato lunedì mattina e protrattosi nel corso della giornata alla presenza del personale dell’Ausl, ha riguardato quasi un migliaio di volatili tra cui, oltre alle stesse anatre, splendidi esemplari di Pavone Cameo, Pavone occhi bianchi, Pavone bronzo nigripennis, Pavone Arlecchino, Fagiano Lady Amherst, fagiano giallo dorato luteo, fagiano dorato rosso, oltre a piccioni viaggiatori, oche, pavoncelle e galline dorking.

Sono stati invece ‘risparmiati’, in attesa di essere sottoposti ad ulteriori test, un centinaio tra fenicotteri, gru e struzzi. Specie per le quali la Regione intende chiedere una deroga all’abbattimento – stando alle norme infatti tutti gli uccelli presenti in un allevamento colpito dell’aviaria devono essere soppressi – proprio perchè esemplari di specie a rischio, se non risultano infetti.

La vicenda dell’abbattimento degli uccelli dell’azienda Fenati sta tenendo banco, con amici del lavezzolese e animalisti che si erano mobilitati per evitare "la soppressione da parte della Asl di Lugo di decine di volatili, per un caso di positività all’influenza aviaria, nonostante gli animali siano clinicamente asintomatici. Aiutateci ad impedire questo sterminio". Così, tanti amici del titolare, allevatori e soprattutto persone a cui stanno a cuore gli animali, si sono ritrovate per esprimere, oltre che la loro contrarietà all’abbattimento, solidarietà e vicinanza a Fenati e alla sua famiglia. Un’iniziativa che però non è valsa a scongiurare gli abbattimenti.

E’ emerso inoltre che nella notte precedente l’abbattimento, alcuni attivisti si erano introdotti nel parco dell’azienda liberando decine di animali, tra cui gru, alcune delle quali ieri sono rientrate nelle rispettive voliere. Emblematico il cartello affisso al cancello dell’allevamento: “L’attività ha chiuso; ringraziamo la nostra clientela e i visitatori che da oltre 50 anni non ci hanno lasciati, tramandando l’amore e la vita per gli animali da nonno in padre, figlio e nipoti”.

"L’ipotetico caso di aviaria – ha commentato con amarezza e con indignazione Paolo Fenati – era all’esterno dell’allevamento. All’interno gli animali erano tutti sani ed asintomatici, risultando non aver contratto il virus. E’ triste e sconcertante assistere ad uno scenario simile. In un sol giorno svaniscono anni e anni di sacrifici. Senza dimenticare il danno economico e l’affetto che si nutre per gli animali. Siamo di fronte ad un sistema ‘malato’ che va rivisto. Ringrazio la tantissime persone e gli esponenti di associazioni animaliste che si sono mobilitati. Un grazie particolare all’associazione Aifao e all’avvocato Francesco D’Alba. In queste ore ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà, anche dall’estero. A tutti sono davvero grato".

Intanto sulla piattaforma Change.org è stata lanciata la petizione ‘Salviamo l’allevamento Fenati’, che in poche ore è stata sottoscritta da più di mille persone. Ieri è proseguita la rimozione delle carcasse dei volatili per lo smaltimento a norma di legge; inoltre l’area è stata disinfestata.

Luigi Scardovi