
La disavventura ha indotto il legale, che nega i fatti, a rivolgersi alla magistratura. Ha ottenuto la condanna dei suoi aggressori
Ravenna, 12 marzo 2025 – Un avvocato del foro di Ravenna ha vissuto un’esperienza da incubo nel suo stesso studio, trasformato per alcuni, interminabili, minuti in una scena da thriller. I suoi aguzzini? Una coppia sui trent’anni, marito e moglie, con un presunto conto in sospeso che risaliva a sette anni prima: un video hard, spuntato su internet e finito nel dimenticatoio, almeno fino a quando i due non hanno deciso di farsi giustizia da soli.
Lei, la protagonista involontaria di quel filmato, e lui, il fedele compagno, hanno ricostruito la vicenda inventandosi detective, convinti che dietro la pubblicazione del video ci fosse proprio l’avvocato. Per quale motivo? Non è mai stato chiarito, ma loro erano decisi a ottenere una confessione. E questo dopo avere ritenuto che dietro il nickname riconducibile alla pubblicazione di quel filmato a luci rosse ci fosse proprio quell’avvocato. Così, un giorno dell’agosto 2024, si sono presentati nello studio legale dell’uomo, accolti con la disponibilità tipica di chi pensa di dover affrontare una normale consulenza. Ma in pochi minuti il tono della conversazione è cambiato. Dalle accuse a denti stretti, si è passati agli attacchi diretti: il marito si è alzato, ha chiuso a chiave una delle due porte, bloccando l’uscita, e ha sfilato la chiave dalla serratura. Poi si è posizionato davanti all’altra via di fuga, trasformando l’appuntamento in un interrogatorio senza scampo.
“Da qui non esci finché non dici la verità”, avrebbe intimato l’uomo, mentre la moglie insisteva affinché il legale rimuovesse il video dalla rete. Peccato che il professionista negasse ogni coinvolgimento. Ma questo non è bastato a placare la furia della coppia. Le minacce si sono fatte più pesanti: “Se non confessi, finisce male”, avrebbero ripetuto più volte, minacciando anche di raccontate tutto ai suoi familiari. Il marito sarebbe passato alle maniere forti, spingendo l’avvocato contro lo schienale della sedia, afferrandolo per le orecchie e strattonandolo all’indietro. Sul tavolo, intanto, scivolava un sacchetto contenente un oggetto appuntito, mentre la frase di lei “guarda che lo fa per davvero” gelava l’aria.
La situazione si è sbloccata solo con l’arrivo di una terza persona, che ha posto fine al sequestro improvvisato. I due hanno lasciato lo studio, ma la paura dell’avvocato è rimasta. Tanto da spingerlo a sporgere denuncia. Da lì a breve, tuttavia, quel video era sparito dalla rete. Il caso è finito nelle mani della magistratura e recentemente il giudice Andrea Galanti ha emesso un decreto penale di condanna per violenza privata aggravata e in concorso. La coppia ha due strade davanti a sé: opporsi e affrontare un pubblico dibattimento o accettare la condanna, risarcire il legale e mettere un punto a una vicenda che, tra vendette personali e minacce, sembra uscita da una sceneggiatura sbagliata.