
Prime indiscrezioni sugli assessori: in pole position i dem Sbaraglia e Cameliani. Tra i papabili a far parte della squadra, Monti e Salimbeni di Progetto Ravenna.
Cannibale o maestro nella distribuzione delle deleghe? Alessandro Barattoni è ora a un bivio: il 40% conquistato dal Partito Democratico potrebbe consentirgli di nominare al suo fianco una giunta in cui il ‘partitone’ si accaparri tutte le posizioni di rilievo, oppure potrebbe optare per lasciare ai compagni di avventura delle altre liste un ruolo comunque di primo piano. Barattoni, neo sindaco di Ravenna ed esponente dem, dovrà pesare le varie opzioni – e forse lo ha già fatto – consapevole del fatto che nella sua futura giunta esistano nervi scoperti, in primis i temi ambientali, su cui le posizioni da un lato di 5 Stelle e Avs, dall’altro di Pri e Progetto Ravenna, sono quasi agli antipodi. Giannantonio Mingozzi, per l’Edera, ha già reso noto che "ci sarà dialettica".
Barattoni potrebbe comunque prendersi qualche rischio, in parte in omaggio al suo motto ‘Ravenna fa squadra’, e in parte perché dalla tenuta del campo largo in una delle poche città in cui il Pd governa dipendono le sorti dell’alleanza anche a livello nazionale: il 2027, anno delle prossime elezioni politiche, è in fondo dietro l’angolo. Ma c’è anche dell’altro: pur avendo dichiarato di voler fare il sindaco per dieci anni, Barattoni può ora legittimamente sperare a costruire per sé un profilo extraravennate, e dunque a tenere buoni rapporti con partiti come il Movimento 5 Stelle e Avs. "Non farà gli errori di Bonaccini", sintetizzano dal centrosinistra alcuni bene informati. Il neosindaco, per sua stessa ammissione a suo agio fra i numeri, potrebbe voler tenere per sé la delega al Bilancio. Barattoni ha inoltre dichiarato di voler avocare a sé la delega al porto: non sarà probabilmente la sola, considerando i rischi insiti in eventuali decisioni avverse a Ravenna prese a livello romano dal governo, sulle quali lui e il Pd, nelle attuali posizioni, potrebbero poco o nulla. Il voto ha poi riservato delle sorprese: "Lo schema che Alessandro aveva in mente forse è già saltato – si mormora nel campo largo –, nessuno immaginava un Movimento 5 Stelle così forte": i pentastellati in queste ore starebbero alzando la posta, chiedendo addirittura due assessori, o in alternativa il ruolo di vicesindaco, in linea teorica ‘appannaggio’ del Pri: tatticismi volti forse a ottenere deleghe di rilievo, che terranno banco anche nelle prossime settimane. Le elezioni hanno comunque dato indicazioni su chi potrebbe entrare in giunta: in casa dem innanzitutto i campioni di preferenze Fabio Sbaraglia (assessore uscente) e Massimo Cameliani (assessore con Michele de Pascale).
Favoritissima, tra le fila di Progetto Ravenna, anche Barbara Monti. Le preferenze non sono tuttavia l’unico termometro su cui tenere lo sguardo: spesso ad essere premiati sono coloro che hanno agito quali ‘registi’ nel dare vita alle liste: molto quotati Nevio Salimbeni – a lungo assessore a Cervia e ora dirigente Cna, fondatore di Progetto Ravenna, il quale si dice non troverebbe sgradito un ritorno nella mischia della politica – e Antonio Lazzari, esperto del settore energetico e portavoce dei Verdi: in questo caso la scelta di Barattoni, che potrebbe invece nominare qualcuno più in quota Sinistra Italiana, sarà molto indicativa della reale ‘folgorazione ecologista’ del centrosinistra ravennate.