
Per il candidato del centrosinistra "incontrare le persone è la cosa più bella di questi giorni". L’impegno sulle tematiche ambientali: "La piattaforma Angelina deve cessare l’attività".
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"A casa tua, al bar, in ufficio": Alessandro Barattoni, 42 anni, candidato sindaco per la coalizione di centrosinistra che riunisce Pd, Pri, Allenza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Progetto Ravenna e Ama Ravenna, da mesi comincia le sue mattinate di campagna elettorale con quello che ha chiamato ‘Un caffè con Barattoni’, un momento di confronto a tu per tu con i cittadini lungo tutti i 650 chilometri quadrati di territorio ravennate.
Segretario, a quanti caffè è arrivato?
"Superati i centocinquanta ho smesso di contarli. Solo oggi ho visitato quattro bar: due a Ravenna e due a Classe. E’ uno dei modi migliori per raccogliere le confidenze della gente, a tu per tu, senza barriere come magari avverrebbe a margine di un evento pubblico. Ma sono anche entrato negli uffici e nelle case di tutti coloro che mi hanno invitato: l’esperienza umanamente più bella di tutta la campagna elettorale".
Basteranno caffè e strette di mano a risollevare l’affluenza?
"Mi piacerebbe, ma ci tocca essere realisti. Annusando il clima ho l’impressione che non ci discosteremo molto dal 48% delle ultime regionali".
Lo stop al consumo di suolo è il capitolo d’esordio del vostro programma: ma è davvero uno stop? Quanti ettari potrebbero ancora essere cementificati, convenzioni alla mano?
"Il Comune si è impegnato a non attivare quella clausola del 3% che avrebbe consentito nuove urbanizzazioni, lo ricordo. Tra quegli ettari che ci vengono imputati figurano anche opere portuali: essendo il nostro l’unico porto della regione trovo un po’ ingeneroso puntare il dito solo contro Ravenna. Detto questo, ci siamo sforzati di immaginare tutte le soluzioni possibili contro la crisi climatica".
Una parola balza agli occhi: ‘imbibizione’. Vuole spiegare?
"Il riallagamento di alcuni terreni costieri in modo che i sedimenti sottostanti riescano ad assorbire acqua dolce e ad evitare l’ingressione marina. Nessuno sottovaluta il combinato di subsidenza, innalzamento dei mari ed erosione, e neppure quello che significano in termini alluvionati. Ai cittadini, anche a chi non ci credeva, ho ripetuto che quel che è accaduto in Romagna si è ripetuto in Grecia, in Slovenia, a Valencia; ovunque l’Adriatico si sta riscaldando. Ma la lotta è qui, per mettere in sicurezza ciascun fiume, ascoltando le direttive degli specialisti. Su Angela Angelina mi sono già pronunciato: deve cessare l’attività. Le future estrazioni non dovranno spingersi entro la distanza delle nove miglia dalla costa".
Ha parlato anche di nuovi spazi pubblici verdi, di isole di calore, di aree permeabili: dove le immagina?
"Dovunque, è questa la novità. Abbiamo fatto ricorso a tre numeri: 3-30-300. Ciascuno dovrebbe vivere a trecento metri dal più vicino parco, e vedere tre alberi da ogni finestra. Con un 30% del quartiere piantumato è possibile: abbiamo immaginato 50mila nuovi alberi". L’eventuale fine della guerra russo-ucraina potrebbe rivedere le merci viaggiare su treno dalla Cina in direzione dell’Europa: una rivoluzione per cui teme conseguenze per il porto, e per Ravenna in generale visto lo stato delle ferrovie?
"Le previsioni per il porto parlano di un aumento di uno o due milioni di tonnellate di merci di qui ai prossimi anni. E’ chiaro che su tutto il settore aleggiano vari interrogativi: vedesi i dazi. Da parte nostra promettiamo di continuare l’impegno per ottenere il dragaggio e la fine dei lavori sulle banchine, oltre che per lavorare con Anas e Rfi sulle opere strutturali. Perché è del tutto palese che con un aumento delle merci in arrivo i limiti del porto rischiano di essere ancora più evidenti".