Barberini a capo della Procura "Felice di lavorare in questa città"

Ha assunto ieri l’incarico, giurando in aula d’assise davanti a magistrati, avvocati e forze dell’ordine. Ricopriva già l’incarico come facente funzione, ma in passato è stato anche gip e pm

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Il neo procuratore capo Daniele Barberini esattamente alle 12.09 di ieri ha assunto formalmente l’incarico giurando in aula d’assise davanti al collegio presieduto dal presidente del tribunale Michele Leoni con a latere le colleghe presidenti delle sezioni rispettivamente civile e penale, Mariapia Parisi e Cecilia Calandra, e al sostituto procuratore Marilù Gattelli.

In aula, oltre a diverse persone tra magistrati, avvocati, cancellieri, agenti di polizia giudiziaria e dipendenti del palazzo di giustizia, erano presenti diversi rappresentanti delle forze dell’ordine e il procuratore generale di Bologna Lucia Musti.

"Siamo estremamente lieti per Barberini – ha detto Leoni –. Si tratta di una nomina all’insegna della trasparenza" per "un magistrati estremamente valido che conosce bene il territorio, sia ravennate che romagnolo. È procuratore di lungo corso" del quale "preparazione e aggiornamento non si discutono: per la cittadinanza rappresenta un livello qualitativo importante".

"Sono emozionato e felice di potere lavorare in questa città, questo sarà il mio ultimo incarico", ha esordito Barberini che è nato a Rimini nel 1958 e che in passato ha ricoperto vari incarichi tra cui pure quelli di gip, pm e da ultimo di procuratore facente funzione. "Spero di essere all’altezza del gravoso compito e per questo conto sulla collaborazione e sull’aiuto di tutti che so già che ci saranno".

Ha quindi preso la parola l’avvocato Sergio Gonelli, presidente provinciale dell’ordine, che "a nome del consiglio" ha voluto esprimere "solidarietà per i recenti episodi spiacevoli che hanno interessato il procuratore generale Musti. Siamo a complimentarci con lei, Barberini – ha poi proseguito –. Abbiamo già apprezzato e conosciuto la sua competenza, la sua autorevolezza, la sua dedizione e il suo impegno. Da esperienze sul campo, abbiamo la certezza che espleterà il suo incarico nel modo migliore a beneficio della procura e della comunità. Siamo sempre disponibili a una leale e franca collaborazione a beneficio del fine ultimo che è la giustizia".

Il presidente Leoni ha infine introdotto l’intervento conclusivo del giuramento: "Dulcis in fundo, il procuratore generale Musti che ci ha onorato della sua presenza scenica: sarà quella che lascerà il segno".

"Sono io che vi ringrazio – ha detto Musti –. Sono molto contenta perché Barberini è un cavallo di razza. Ciò detto, tutte le procure sono importanti" visto che siamo di fronte a un "distretto ricco anche di criminalità economica e mafiosa. È importante che ci siano capi ufficio che esercitano il poteredovere, hanno una grossa responsabilità: a mio avviso, un procuratore deve lavorare di più dei suoi magistrati e credo che Barberini si comporterò questo modo".

Tra gli altri temi toccati, il procuratore generale ha fatto accenno al "concordato in appello" - cioè con le parti che si accordano sui motivi di appello ed eventualmente sulla nuova pena - "istituto nel quale crediamo moltissimo".

a.col.