Beffa delle finte case vacanze, la Mobile stana i truffatori

Un 45enne si faceva consegnare denaro da più richiedenti per lo stesso immobile

Il primo è caduto nella cosiddetta truffa della casa vacanze. Il secondo ha messo in vendita un prodotto, ma alla fine anziché incassarne la rendita si è trovato a pagarlo lui, per giunta a prezzo raddoppiato. In comune hanno il fatto di essere stato raggirati in rete da abili truffatori che la Squadra mobile di Ravenna, dopo una lunga indagine, è arrivata a identificare. Ogni anno sono numerosi i consumatori i quali, prenotando on line la sistemazione per le vacanze, si fanno ingannare da inserzioni ingannevoli. È il caso di un cittadino che, utilizzando un noto portale di annunci immobiliari, aveva contrattato l’affitto di una casa a Cervia, per l’intera stagione estiva appena trascorsa, a un prezzo complessivo di 4200 euro, accordandosi per il versamento di 1600 euro a titolo di acconto e, a saldo, dei restanti 2600 tramite bonifico. L’uomo, al momento di ritirare e le chiavi ed entrare in possesso dell’appartamento, ha trovato altri che, come lui, erano caduti nel tranello, versando l’affitto di un immobile in realtà non disponibile.

Immediata è stata la denuncia in Questura, dove gli agenti della Sezione reati contro il patrimonio, in collaborazione coi gestori del portale on line, hanno ripercorso le movimentazioni di denaro, scoprendo che il truffatore solo inizialmente aveva utilizzato la mail del portale, per poi dirottare ogni comunicazioni su una propria casella. Per quanto sia stato accorto nel non lasciare tracce, gli investigatori hanno trovato una piccola falla nella procedura, attraverso la quale sono risaliti all’autore, un 45enne del nord Italia, con precedenti specifici, ora indagato per truffa aggravata.

Diverso, ma con epilogo simile, è invece il caso di una truffa subita da un ravennate che, sempre utilizzando una piattaforma on line, aveva messo in vendita articoli di arredo bagno al costo di 400 euro. A raggirarlo è stato un sedicente acquirente il quale, senza prima chiedere informazioni più dettagliate sugli oggetti, né tentare di contrattare il prezzo come talvolta accade, ha indotto il venditore a recarsi presso lo sportello di un ufficio postale e, seguendo al telefono le sue istruzioni, a incassare il denaro tramite Postepay. Ma i soldi, anziché nella propria carta, sono stati ricaricati in quella del finto acquirente il quale, fingendo che l’operazione non fosse andata a buon fine, ne ha inoltre chiesto la ripetizione, arrivando a farsi accreditare più di 900 euro. Anche in questo caso la Squadra mobile è riuscita a risalire all’autore della truffa.

l. p.