’Bella Ciao’, Solarolo difende la Pausini

Sul rifiuto di intonare la canzone partigiana prevale chi dice: "È voluta rimanere neutrale durante la campagna elettorale"

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"Sono fatti suoi". Oppure: "Su Laura Pausini non dico niente". A Solarolo pochi vogliono commentare il tema che ha tenuto banco negli ultimi giorni. La gente non è interessata a sapere perché lei non abbia voluto cantare ’Bella Ciao’ durante il programma televisivo spagnolo El Hormiguero. Lei stessa ha poi precisato, sui social il suo pensiero: "Non canto canzoni politiche, né di destra né di sinistra. Canto quello che penso della vita da 30 anni. Che il fascismo sia una vergogna assoluta sembra ovvio a tutti. Non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica". "Penso che Laura si sia dichiarata di destra –afferma Lino Castellano – se l’avesse cantata non si sarebbe schierata. Questa canzone la cantano in molti ancora oggi come simbolo di resistenza all’invasore e al nemico, basti pensare per esempio all’Ucraina. Questa canzone non ha nulla a che fare con la sinistra".

Le critiche alla Pausini in questi giorni hanno pervaso i social, ma c’è chi la difende: "Ha fatto bene – dice la fruttivendola Alice Dall’osso – ognuno è libero di cantare e non cantare, se Laura non voleva mettere in mezzo la politica ha fatto bene". Per Giuseppe Antonelli: "La Pausini avrà avuto le sue ragioni – dice – per me avrebbe potuto anche cantare"

La polemica è stata dettata anche da "invidia", sostiene Mauro Benini presidente dell’AVIS Solarolo: "Credo sia una canzone come un’altra, cambia di significato in base a chi la canta e al luogo in cui viene cantata. Se l’avesse intonata non mi avrebbe fatto alcun effetto".

Tra antiche tradizioni e rispetto, la cantante è considerata imparziale da alcuni compaesani: "È stata una scelta giusta – dice Sandra Violani –. Laura è voluta rimanere neutrale, non voleva essere certo di parte".

"Solarolo è sull’antico – dice una barista di Solarolo – gli anziani non vogliono che si ascoltino canzoni politiche. Per me non sarebbe stato un problema, ma forse a Laura è stato insegnato di portare rispetto a tutte le persone e le ideologie, per questo non ha cantato Bella Ciao".

Le tante polemiche per una canzone non cantanta per alcuni sono futili: "Non c’è nulla di male – dice Ermanno Scarpa – se canti questa canzone vieni considerato comunista, se non la canti fascista. Ha fatto bene a fare quello che si sentiva. Comunque non è una canzone dalla bandiera rossa – continua Scarpa –è la canzone dei nostri partigiani. Inoltre, visto che l’Italia è sotto elezioni, se Laura avesse cantato la canzone, qualcuno avrebbe probabilmente parlato di indottrinamento. Per me è stata intelligente a tirarsene fuori".

Molto netta l’opinione, infine, di Lucio Borghesi, ex presidente dell’Anpi di Castel Bolognese, dove Laura Pausini ora abita: "Non si è comportata molto bene, anzi per me è stata una cosa vergognosa – dice – . È una canzone internazionale, che non canta solo la sinistra. Spero non sia un’uscita pilotata ma non penso l’abbia fatto per schierarsi politicamente – continua – spero abbia risposto ingenuamente, anche perché politicamente non si è mai espressa e ricordo che cantava, anche con il padre, alla festa dell’Unità".

Caterina Penazzi