"Berkan B, condannate i vertici del porto"

Il pm: "Per presidente e segretario un anno e quattro mesi a testa". Per la difesa vanno invece assolti con formula piena

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La procura ha chiesto la condanna per entrambi a un anno e quattro mesi di reclusione e 50 mila euro di multa a testa. Per il primo degli avvocati difensori a prendere la parola, i due vanno invece assolti con formula piena. Per conoscere la sentenza sul caso dell’affondamento del relitto della motonave Berkan-B con fuoriuscita di idrocarburi, occorrerà attendere la prossima data, fissata per fine mese, quando il gup Corrado Schiaretti, dopo avere ascoltato gli ultimi due difensori, calendarizzerà anche l’ultimo appuntamento.

Dei due imputati per inquinamento ambientale - il presidente di Autorità di sistema portuale (Adsp) Daniele Rossi, e il segretario generale Paolo Ferrandino - ieri pomeriggio in aula era presente il primo. Un’aula resa rovente non in senso metaforico dalla presenza di attivisti ambientalisti - che si sono limitati a un ordinato presidio fuori dal tribunale - ma in senso letterale a causa del mancato funzionamento dei condizionatori d’aria.

Primo a prendere la parola verso le 16 è stato il pm Angela Scorza il quale, nel corso della sua requisitoria andata avanti per circa 45 minuti, ha esordito delineando le competenze sullo scafo: in capo all’autorità portuale e non all’autorità marittima. Il pm ha quindi sintetizzato l’inchiesta ricordando il sopralluogo della medicina del lavoro, l’inarcamento progressivo della motonave, il rinnovo della concessione per smantellarla. E poi ancora il sequestro dello scafo e la mancata attivazione del procedimento di decadenza. Sono infine state spese alcune parole sull’inquadramento giuridico della vicenda.

Dopo gli avvocati delle cinque associazioni parti civili, i quali attraverso sintetici interventi hanno sottolineato l’importanza del caso, è stata la volta del primo degli avvocati della difesa il quale in sintesi ha ridisegnato la competenza sulla questione indicando l’autorità marittima e i concessionari dello scafo. Ha inoltre escluso che il rinnovo della concessione e l’eventuale mancato approfondimento sulla vicenda potessero essere attribuiti ai vertici di Adsp. Dal punto di vista tecnico, sono state mosse contestazioni anche nei confronti dell’inquadramento giuridico dato al fascicolo.

Nella vicenda rispetto all’avviso di conclusione indagine, era stata stralciata e archiviata la posizione del dirigente amministrativo Fabio Maletti. Analogo stralcio in vista di archiviazione era toccato pure a due persone legate alla proprietà dello scafo. La questione aveva conosciuto un sussulto quando il 25 settembre 2019, su richiesta della procura, il gip Janos Barlotti aveva deciso di sospendere i tre indagati di Adsp dall’incarico per un anno. Il 28 ottobre successivo il tribunale del Riesame di Bologna aveva tuttavia optato per l’azzeramento della misura escludendo esigenze cautelari ma delineando un quadro indiziario grave.

Andrea Colombari